La Commissione d’inchiesta sul Covid non s’ha da fare. E pazienza se gli italiani aspettano da mesi di conoscere la verità sugli errori commessi durante la pandemia. Il voto che avrebbe dovuto istituire il nuovo organismo bicamerale è saltato. Sul tavolo un testo-base che fonde tre proposte, quelle di Riccardo Molinari (Lega), di Galeazzo Bignami (Fdi) e Davide Faraone (Italia Viva). La bozza si compone di sette articoli ma sull’articolo 3, ovvero quello legata ai compiti della commissione c’è, spiegano fonti parlamentari, una divisione nella maggioranza.
La novità è che mentre in passato era dalle parti dell’opposizione che si registravano tentativi di sabotaggio, stavolta sono le forze a sostegno del governo Meloni a tentare di gettare sabbia negli ingranaggi di un meccanismo che non è stato ancora nemmeno messo in moto. La Lega di Matteo Salvini, con l’appoggio dei renziani e di Forza Italia, prova a escludere la zona rossa e la campagna di profilassi dall’inchiesta.
Come raccontato dal Giornale d’Italia, pomo della discordia sarebbe l’articolo 3 del documento: «La Commissione – si legge al punto g dell’articolo – dovrà svolgere indagini relative agli acquisti delle dosi di vaccino destinate all’Italia, nonché all’efficacia del piano vaccinale predisposto». Su quest’ultimo inciso, ovvero sull’efficacia dei vaccini, Forza Italia e Lega hanno dato parere contrario. E hanno chiesto, spiegano le stesse fonti, di togliere qualsiasi riferimento ai vaccini. E d’altronde, il motivo non è difficile da immaginare: Sia Lega che Forza Italia hanno sostenuto, a suo tempo, il governo Draghi e non sono all’idea che si vada a guardare indietro alla ricerca di errori commessi. Lo scontro, stando alle indiscrezioni, interesserebbe anche il delicato tema degli effetti avversi, tenuti nascosti per mesi e mesi nonostante i casi sempre più numerosi.
La divisione, quindi, si registra proprio tra le forze che hanno appoggiato il governo dell’ex premier Draghi e chi, invece, era all’opposizione considerato che Fdi punta a sollevare anche il tema dei vaccini. Anche il Terzo polo alla fine ha respinto il testo perché non viene lasciata la necessaria libertà di azione alla Commissione. Così si è deciso di limare ulteriormente il testo per arrivare al voto sulla Commissione Covid dopo Pasqua.
Mentre all’estero il Congresso americano ha messo sotto torchio l’ad di Moderna Stéphane Bancel e il Senato francese ha interrogato il vertice di Pfizer, dalle nostre parti si rischia di bruciare l’ennesima occasione per far luce su quanto accaduto. Il voto, al momento, è stato soltanto rinviato di una settimana. Ma la sensazione è che le trattative tra i partiti porteranno alla nascita di una commissione “monca”, priva dei strumenti adatti a far emergere la verità.