Nei frigoriferi delle farmacie ospedaliere italiane ci sono circa 15 milioni di dosi di vaccino anti-Covid destinate ad essere distrutte. Lo smaltimento avverrà non solo perché a fine anno scadranno ma anche perché già da prima diventeranno “vecchie”. Le aziende farmaceutiche, infatti, stanno preparando nuovi vaccini in vista dell’autunno. Tutto questo mentre la pandemia batte in ritirata e gli italiani si vaccinano sempre meno.
È la stessa Ema a lanciare l’appello: produrre entro l’autunno un vaccino anti-Covid aggiornato e che sia tarato contro la variante Xbb del virus Sars-CoV-2, quella attualmente più diffusa. Contemporaneamente, l’Ema raccomanderà agli Stati la rivaccinazione in autunno delle fasce più a rischio della popolazione, a partire da anziani e soggetti immunodepressi. «L’Ema pubblicherà a breve una raccomandazione su come adattare i vaccini anti-Covid per la prossima campagna vaccinale in autunno e indirizzeremo le aziende farmaceutiche a produrre vaccini che contengano il ceppo Xbb, che ora è dominante ed è un ceppo molto diverso rispetto a quelli che erano in circolazione prima. Quindi, da un punto di vista immunologico sarebbe bene aggiornare i vaccini in questa direzione. Questo è ciò che ha detto anche l’Organizzazione mondiale della sanità, con cui abbiamo discusso ampiamente», spiega all’Ansa Marco Cavaleri, responsabile Ema per i vaccini e prodotti terapeutici contro il Covid.
L’obiettivo, precisa, «è produrre per l’autunno un nuovo vaccino monovalente, che contenga cioè solo il ceppo Xbb. Pensiamo che le aziende abbiano un lasso di tempo sufficiente per riuscire a produrre i vaccini aggiornati e avere un numero di dosi congruo per le campagne vaccinali», precisa Cavaleri. L’approvazione regolatoria del nuovo vaccino monovalente sarà ad ampio spettro per tutta la popolazione, però di fatto, annuncia Cavaleri, «le campagne vaccinali saranno mirate a chi è più vulnerabile, a partire dagli anziani. L’opportunità che i vari Stati procedano alla rivaccinazione di alcune categorie, come fragili ed anziani, è sicuramente un concetto che ribadiremo. Ci confronteremo anche con l’Ecdc e decideremo come trasmettere questo messaggio, ma direi – afferma – che l’indirizzo è questo. È difficile prevedere l’andamento del virus, ma se ad oggi non sembrerebbe esserci una sua nuova pericolosità – avverte – non sappiamo tuttavia quali saranno le sue prossime mosse. È bene dunque sempre stare in allerta e prepararci nel modo migliore possibile».
Tutto questo, inoltre, viene divulgato senza mai prendere minimamente in considerazione ciò che alcuni eminenti studiosi, come il nostro Giulio Tarro e il compianto Luc Mantagnier, hanno cercato di spiegare durante gli anni bui della pandemia; ovvero che è quasi impossibile realizzare vaccini efficaci contro molti analoghi virus, come ad esempio quelli del raffreddore, perché tali virus mutano a grande velocità. Non solo, gli stessi scienziati hanno spesso sottolineato l’alta probabilità che questi vaccini, per una malattia sempre meno grave anche per i suddetti fragili, tendano addirittura a forzare ulteriormente le citate mutazioni, diventando obsoleti in pochissimo tempo.
Una grossa questione resta quella delle dosi di vaccino rimaste inutilizzate e ormai prossime alla scadenza: dai 10 a i 15 milioni di dosi conservati nei frigoriferi delle aziende ospedaliere italiane sono destinati al macero. Sta di fatto che malgrado un danno erariale di enormi proporzioni (ricordiamo che nel febbraio di quest’anno in Italia sono scadute 122 milioni di dosi di vaccino per un costo stimato di oltre due miliardi di euro), dall’Ema si esortano i vari governi a ricominciare in autunno una vaccinazione di massa.