Un Green pass è per sempre. Le azioni di contrasto al Covid hanno indotto i governi occidentali a scelte impensabili, assai discutibili e poco rispettose dei diritti e delle libertà individuali. Innanzitutto, si è creato un pericoloso precedente introducendo e perpetuando una serie di strumenti incompatibili con i principi di una società liberale. In futuro, di fronte a una nuova emergenza, chiunque potrebbe sentirsi autorizzato a rispolverare misure estreme come i lockdown o il coprifuoco.
Ma l’insidia ancor più grande è che si renda ordinario ciò che era stato considerato straordinario o comunque transitorio. È il caso, per esempio, del Green Pass che si appresta a diventare permanente. L’Organizzazione mondiale della sanità e la Commissione europea hanno siglato un partenariato per adottare il sistema di certificazione digitale Covid-19 , il cosiddetto Green pass dell’Unione europea, per istituire un sistema che contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future, comprese le pandemie.
Si tratta del primo elemento costitutivo della rete globale di certificazione della salute digitale dell’Oms per “facilitare la mobilità globale e proteggere i cittadini di tutti il mondo dalle minacce attuali e future”. Come dire che la strada verso gli inferi è sempre lastricata di buone intenzioni. E conosciamo bene come quelle “buone intenzioni” sono state declinate durante la fase della pandemia.
O almeno le conoscono coloro che avendo denunciato quanto accaduto sono stati tacciati di complottismo. «Un Green pass universale. Ma come? Noi giornalisti che lo avevamo denunciato e previsto eravamo stati tacciati di complottismo». Inizia così l’ultimo, durissimo video pubblicato sui social da Raffaella Regoli, autrice di molte inchieste di “Fuori dal coro”. «L’Oms, in accordo con l’Ue, renderà il Green pass utilizzato durante la pandemia perenne e globale. Adesso vi suona familiare che questo Green pass che veniva concesso dopo la terza dose durava fino a febbraio 2024? Ma noi eravamo i complottisti».
«Questo sarà solo il primo passo. Infatti, io sono stata a Ginevra, dove è stato annunciato il Piano per la prossima pandemia da patogeni respiratori. Nell’assemblea plenaria dell’Oms, il direttore Tedros ha annunciato che la prossima pandemia sarà a livello respiratorio e sarà più grave del Covid”. Quindi o Tedros ha la palla di vetro… Oppure è lecito chiedersi: come fa a saperlo? Come fa ad avere questa certezza?», continua la giornalista. Con questo nuovo piano, l’Oms fornisce dunque agli Stati una guida su come prepararsi e come intervenire in caso di nuova pandemia. Spiega ancora Raffaella Regoli: «Uno dei punti principali sarà quello dell’adozione di un passaporto digitale, il Green pass universale appunto, che gestirà direttamente l’Oms e non i singoli Stati».
Resta, allora, da interrogarsi sulle prospettive delle nostre democrazie che non rientrano più nel classico schema liberale quanto in una sorta di surrogato costruito sul dogma del momento (sanitario, ecologista…). Risulta evidente che questo modello politico entra in collisione con la tutela dei diritti individuali, anzi li comprime e li sacrifica ad un interesse ritenuto superiore e collettivo.