Giusto classificare le dichiarazioni di Beppe Grillo come una sceneggiata senza valore? L’interrogativo si pone, tanto più dopo le dimissioni dall’Assemblea Nazionale del Pd di Alessio D’Amato, mister vaccino, per dieci anni assessore alla sanità del Lazio con Zingaretti. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein è stata criticata da un pezzo del suo partito per aver partecipato sabato a una manifestazione “contro la precarietà sul lavoro” organizzata dal Movimento 5 Stelle a Roma.
La partecipazione di Schlein alla manifestazione ha fatto emergere in modo pubblico e concreto una divisione interna che esiste da anni nel Pd, ma che non si era ancora manifestata in questo modo durante la segreteria di Schlein, cominciata lo scorso marzo: quella tra favorevoli e contrari a proseguire e rafforzare l’alleanza con il M5s (Schlein è notoriamente tra i favorevoli). A fungere da detonatore potrebbe essere stato l’intervento al corteo romano del solito Beppe Grillo. Le espressioni utilizzate nell’occasione, e l’atteggiamento come sempre sopra le righe e alquanto provocatorio del comico genovese, hanno infatti causato non poche polemiche tra le fila dem. E, per di più, hanno messo in fortissimo imbarazzo la segreteria del partito, sempre più propensa ad instaurare una stabile alleanza politica con i grillini.
Le “brigate di cittadinanza” e i “passamontagna” evocati da Grillo, proprio non sono andati giù all’ex assessore alla Salute della Regione Lazio. «Parole inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra. Brigate e passamontagna, anche no», dice D’Amato. Un errore, che D’Amato, che sostiene di non trovarsi più a suo agio con il nuovo corso dem, non può e non vuole perdonare. Troppo grossolano, per chi si propone di guidare un partito con la storia e la cultura del Pd. E troppo violente le frasi pronunciate da Grillo perché il Partito democratico possa ancora seguire la linea politica del Movimento. L’unica soluzione praticabile per Alessio D’Amato sono dunque le dimissioni, irrevocabili, prontamente presentate non alla segretaria Schlein ma al presidente dem Stefano Bonaccini.
Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del PD. Brigate e passamontagna anche No. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica.
— Alessio D’Amato (@AlessioDAmato_) June 18, 2023
Un addio senza dubbio molto pesante quello dell’ex assessore della giunta Zingaretti. Che peraltro potrebbe non essere il solo. Secondo fonti interne di Base Riformista, infatti, se Elly Schlein dovesse intestardirsi e continuare ad inseguire Giuseppe Conte, una scissione all’interno del partito potrebbe concretizzarsi anche prima del voto per il rinnovo del Parlamento europeo.