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Quante vacanze sono state rovinate da un improvviso fastidio all’orecchio? È successo a tutti almeno una volta: un tuffo in mare o in piscina per combattere il caldo e subito dopo la spiacevole sensazione di orecchio ovattato come se sia rimasta dell’acqua all’interno. Col passare del tempo poi, si presenta anche il dolore. Si tratta di un disturbo molto comune chiamato otite del nuotatore o, più correttamente, otite esterna. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia.
Che cos’è l’otite esterna o del nuotatore?
«L’otite esterna o del nuotatore è un’infiammazione del condotto uditivo esterno, dovuta a un’infezione che si instaura in genere a seguito di un ristagno d’acqua nell’orecchio. Ecco perché capita soprattutto in estate. In questa stagione, infatti, i bagni in mare o in piscina, uniti al clima caldo e umido, possono portare a ristagno d’acqua, responsabile a sua volta di macerazione della pelle e proliferazione di batteri. Come dice chiaramente il nome, l’otite esterna è una cosa diversa rispetto all’otite media, malattia che è più tipica della stagione fredda, in concomitanza o in conseguenza di un raffreddore o di un mal di gola».
Quali sono le cause?
«Molti fattori possono aumentare il rischio di otite esterna: i continui bagni in piscina o in mare poiché la ripetuta esposizione all’acqua può lesionare il canale uditivo esterno rendendo la zona più soggetta ad attacchi batterici. Anche prodotti cosmetici (bagnoschiuma, shampoo) molto aggressivi, come pure l’utilizzo prolungato di auricolari o di cotton fioc per la pulizia possono portare a irritazione della pelle del condotto uditivo esterno, e quindi a otite».
Quali sono i sintomi?
«Dolore e prurito alle orecchie, fischi e ronzii, alterazione dell’udito sono tre sintomi particolarmente frequenti in tutte le forme di otite. Anche se la malattia è generalmente reversibile in poche settimane, nessun sintomo dev’essere sottovalutato, considerando il rischio reale di complicanze (es. vertigini, perforazione del timpano, sordità)».
Come si cura?
«Per prima cosa occorre evitare di fare entrare acqua nell’orecchio: anche durante la doccia e lo shampoo è consigliabile proteggere il condotto uditivo con una garza otologica. Se dopo un giorno o due si avverte ancora mal d’orecchio, o si notano secrezioni, è opportuno rivolgersi allo specialista che, una volta accertata la presenza di un’otite, prescriverà una terapia sistemica per bocca ed eventualmente locale, da instillare nel condotto. La terapia locale, infatti, viene utilizzata se non c’è una perforazione della membrana timpanica e il paziente ha un età superiore ai due anni. Per alleviare il dolore, invece, può essere utile somministrare del paracetamolo».
Come proteggere l’orecchio?
«La prima cosa da fare in presenza di un’otite esterna è evitare di far entrare altra acqua nell’orecchio. Può essere utile impiegare qualche goccia di preparati oleosi da inserire nei condotti uditivi prima del bagno o di entrare in acqua, per prevenire la macerazione della cute. Uno spray dall’azione preventiva che crea una barriera resistente all’acqua mediante l’erogazione nell’orecchio esterno di una miscela di olio di Tea Tree (Melaleuca alternifolia) e di olio di oliva. Si tratta di una soluzione otologica che è stata accolta favorevolmente da pediatri, genitori e bambini che frequentano mare e piscina e da chi svolge attività di immersione in mare o in piscina, in apnea o con respiratori. Questa soluzione è stata studiata per prevenire la presenza di acqua intrappolata nell’orecchio quando si è al mare, in piscina o sotto la doccia, che causa, molto spesso, disturbi che si manifestano con una sensazione di orecchio tappato associata a prurito».