Senza mai citarla direttamente, il Capo dello Stato Sergio Mattarella è intervenuto a gamba tesa sulla commissione parlamentare di inchiesta Covid. «Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre attività del Parlamento ai giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate». Il presidente della Repubblica ha messo in guardia i legislatori, senza mezzi termini, sul fatto che un’inchiesta parlamentare sul Covid possa essere addirittura incostituzionale, se volta ad indagare eventuali responsabilità dei decisori della gestione dell’emergenza sanitaria attribuendosi di fatto i poteri affidati alla magistratura.
Parole inedite se pensiamo alla lunga storia delle commissioni parlamentari d’inchiesta, che hanno toccato vicende e questioni anche ampiamente trattate nelle aule giudiziarie. Da quella su rapimento e omicidio di Aldo Moro, quella sull’uccisione di Michele Sindona, sulla loggia P2, e poi ancora, le più recenti sulla morte di Giulio Regeni e il presunto suicidio di David Rossi. La lista delle commissioni parlamentari d’inchiesta della repubblica italiana è lunghissima e in buona parte si tratta di episodi passati al vaglio anche della magistratura. Ora, secondo le parole di Mattarella, che pure ha fatto parte in passato di alcune di queste commissioni, tutte queste iniziative parlamentari sarebbero “incostituzionali”. Eppure continuano a piovere commissioni d’inchiesta. Fratelli d’Italia ne ha appena proposta una sul reddito di cittadinanza, limitata ai mancati controlli dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, nominato dal M5s. Nella legislatura 2013-2018 ne sono state varate ben 16.
Sulle parole di Mattarella pesa il silenzio tombale di tutto il Parlamento. Nessun commento da deputati e senatori, nessuna discussione dai rappresentanti politici. Tutti zitti, tranne il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio: «La commissione di inchiesta sul Covid non è un doppione della magistratura, anzi tutt’altro, è la commissione parlamentare che serve a capire se, come dice Giuseppe Conte, è andato tutto bene o se qualcosa non ha funzionato».
Renzi, in un post su Facebook, ha ribadito di non avere dubbi sul tema. A detta del senatore, diventa obbligatorio verificare che tutto abbia funzionato in un evento storico di questa rilevanza con «dubbi fondati sulle modalità di gestione del lockdown, degli approvvigionamenti sanitari, della gestione educativa nelle scuole, dei piani di emergenza, del ruolo della protezione civile, dell’eccesso di potere in capo a un solo commissario». Per l’ex segretario del Partito democratico, quindi, non fare una commissione di inchiesta sul Covid equivale a «non credere soprattutto nel ruolo del Parlamento».
Per usare le parole di Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, «per una volta Renzi la dice giusta». La commissione parlamentare d’inchiesta va costituita, per Renzi è un «dovere morale». Il leader di Iv sfrutta l’occasione per attaccare i suoi ex alleati, a partire dal numero uno del governo durante la prima fase dell’emergenza Giuseppe Conte. Chiaramente una mossa politica che poco ha a che fare con una reale volontà di ricerca e chiarificazione, comunque l’unica reazione, al momento, che va nella direzione giusta, cioè quella di provare ad accendere un faro sulle zone d’ombra che hanno caratterizzato la stagione più controversa e oscura della nostra storia recente.