Israele sotto attacco, è guerra con Gaza. L’ufficio del premier Benyamin Netanyahu fa sapere che il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha votato la messa in stato di guerra del Paese e che si possono intraprendere «attività militari significative». Il passaggio del Gabinetto di sicurezza è necessario in base alle leggi israeliane secondo cui non si può andare in guerra senza una decisione del governo. «Agiremo ovunque con tutta la nostra forza», ha detto il premier Netanyahu.
L’esercito israeliano continua a combattere contro i terroristi di Hamas nelle strade del sud di Israele dopo che sabato, con l’Operazione Tempesta, l’organizzazione palestinese è penetrata a sorpresa in Israele. L’obiettivo politico è fermare le intese tra lo Stato ebraico, l’Arabia Saudita e l’Anp. Israele ha lanciato attacchi di ritorsione, con l’Operazione Spade di Ferro che ha raso al suolo edifici a Gaza.
Molte sfide attendono Israele nelle prossime ore e giorni. Le forze di sicurezza devono riprendere il controllo nel sud. E incombe sempre lo spettro del contagio, con una rivolta in Cisgiordania o persino nelle comunità arabo-israeliane. Nelle prime 24 ore colpiti 10 obiettivi strategici di Hamas, al momento si contano quasi 700 morti tra gli israeliani e 370 tra i palestinesi. Migliaia i feriti. Almeno 100 ostaggi, tra soldati e civili, sono stati catturati e portati nella Striscia di Gaza.
This is what the last day and a half in Israel has looked like.
Entire families butchered in their homes.
Grandmothers, mothers and children kidnapped and taken hostage by Hamas.
700 Israelis murdered.
Hamas will pay heavily for these war crimes.
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— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 8, 2023
Donne, bambini, militari trasformati in scudi umani e pedine di baratto. Hamas ha una lunga esperienza nella gestione di ostaggi, ne ha ricavati grandi risultati ottenendo in cambio il rilascio di suoi membri. La differenza però sta nei numeri: i prigionieri sono dozzine. Insieme ai vivi ci sono anche le salme di israeliani uccisi, anche loro hanno un prezzo e Gerusalemme in passato non ha esitato a pagarlo per riavere i resti. La presenza di ostaggi rappresenta un ostacolo in più per un’eventuale invasione della Striscia. Entrare a Gaza è una missione ardua, infatti in occasione di altre crisi l’esercito è stato molto cauto per timore di perdite preferendo affidarsi a raid mirati contro i “quadri” dei gruppi armati.
Molti osservatori ritengono però che il governo abbia intenzione di andare oltre mettendo in conto una battaglia feroce. Certo, il potenziale che può scatenare Gerusalemme è infinitamente superiore a quello di Hamas, però comporta un bagno di sangue oltre a quello di queste due prime giornate. Israele ha cominciato a spostare soldati e mezzi militari verso Gaza. L’ipotesi che sta circolando finora, anche se è un’ipotesi e non si ha alcun tipo di certezza, è che Israele stia preparando un attacco su larga scala contro Hamas e gli altri gruppi radicali della Striscia: non si sa se solo con attacchi aerei, come fatto finora, o anche con un’invasione di terra.