L’attacco di Hamas contro Israele sembra “celebrare” a modo suo il cinquantesimo anniversario della guerra dello Yom Kippur, che ebbe inizio il 6 ottobre 1973. Oggi come allora, si ha l’impressione che Israele sia stato preso di sorpresa. Un’offensiva come quella di Hamas con oltre duemila razzi lanciati richiede una preparazione, che le forze armate israeliane non sembrano avere avvistato in anticipo, a giudicare dall’assenza di prevenzione e dall’elevato bilancio di vittime.
È il più violento ed esteso attacco compiuto da Hamas nei confronti di Israele da decenni. Il gruppo palestinese ha avviato un ampio attacco a sorpresa contro Israele dalla Striscia di Gaza, con il lancio di migliaia di razzi che hanno colpito varie località cogliendo impreparato l’esercito israeliano. Ci sono state inoltre incursioni senza precedenti di decine di miliziani di Hamas in territorio israeliano, con sparatorie e persone prese in ostaggio. Gli attacchi hanno ferito oltre 900 persone e ne hanno uccise almeno 100 secondo il servizio nazionale di pronto soccorso israeliano.
Hamas è un movimento islamista sunnita e fondamentalista, politicamente su posizioni di estrema destra, che dal 2006 controlla di fatto la Striscia di Gaza: gestisce scuole e ospedali e controlla un’ala armata, le brigate al Qassam, che da anni combatte Israele e il suo esercito, soprattutto con il lancio di razzi. Hamas è principalmente conosciuto per i metodi autoritari con cui governa la Striscia e per la sua opposizione militare ad Israele: la sua ala armata e in alcuni casi l’intero gruppo sono considerati organizzazioni terroristiche da molti paesi, compresi l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Nella Striscia di Gaza Hamas ha messo in atto molti principi della legge islamica. Ha istituito una “polizia morale”, ha vietato di consumare alcolici e ha imposto parecchie limitazioni alle donne.
Hamas è l’acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, che significa Movimento di Resistenza Islamica. Fu fondata ufficialmente nel 1987 dallo sceicco Ahmed Yassin, ucciso nel 2004 da un attacco aereo israeliano. Ma le prime attività di quello che sotto la guida di Yassin sarebbe diventato Hamas risalgono agli anni Settanta, come sezione palestinese dei Fratelli Musulmani. Il suo statuto fondativo stabiliva una serie di principi molto precisi, come la conquista dell’intera Palestina e la distruzione di Israele: è stato sostituito da una nuova versione nel 2017, che non cambia però radicalmente gli obiettivi. Contrariamente da quanto si pensa, però, Hamas non è un’organizzazione monolitica al suo interno: è divisa in varie correnti, con influenze consistenti da paesi esteri e finanziatori. Una delle correnti principali, meno radicale nella contrapposizione a Israele, è quella che fa riferimento al Qatar, mentre la fazione dei cosiddetti “iraniani” è più fedele allo statuto fondativo, che comprendeva la “distruzione di Israele” fra gli obiettivi.
Hamas e la sua ala armata, le Brigate al-Qassam, sono stati negli ultimi tre decenni tra i principali responsabili dei molti attacchi subiti da Israele. Nel corso della Seconda Intifada, cominciata nel settembre del 2000, si calcola che quasi la metà di tutti gli attacchi compiuti contro Israele siano stati compiuti da miliziani di Hamas e delle brigate al-Qassam.
Nel 2006 Hamas vinse le elezioni per eleggere il Consiglio Legislativo Palestinese (il Parlamento della Palestina) e nacque una contrapposizione con Fatah, il partito arrivato secondo alle elezioni e che aveva espresso fino a quel momento il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. Tra Fatah e Hamas ci furono una serie di incidenti che portarono nel 2007 alla Guerra civile di Gaza, che di fatto hanno portato a una divisione del governo palestinese (Hamas nelle Striscia, Fatah in Cisgiordania). Nel maggio 2021 si registrò l’ultima grande ondata di scontri ad alta intensità fra Hamas e lo stato di Israele: durarono undici giorni, prima di un cessate il fuoco temporaneo. Da allora però i lanci di razzi da parte di Hamas sono stati ricorrenti, così come le risposte con operazioni militari da parte dello stato di Israele.