Vertice storico a metà. Se da un lato l’Ungheria di Orbán ha tolto il veto aprendo ai negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, dall’altro ha bloccato 50 miliardi di euro di aiuti europei destinati a Kiev. Sono soldi che Zelensky ritiene cruciali per evitare la bancarotta e continuare a difendersi dall’invasione russa. Il premier ungherese ha proposto il suo “ricatto”, rivendicando tutti i fondi europei destinati al suo Paese e bloccati a causa delle violazioni dello Stato di diritto, per dare via libera al pacchetto di aiuti per l’Ucraina.
La decisione di Orbán era in larga parte prevista, ma dopo esser uscito dalla stanza al momento della votazione che ha permesso di dare il via libera ai negoziati di adesione all’Ue per l’Ucraina si pensava ci fossero margini per un’apertura. Ma invece a Consiglio europeo ancora in corso Orbán ha annunciato di aver posto il veto all’invio di nuovi aiuti all’Ucraina, per un valore di 50 miliardi di euro, oltre al veto all’approvazione del bilancio pluriennale europeo per il periodo compreso fra 2021 e 2027.
Questa decisione, che rimanderà di mesi l’invio di oltre 50 miliardi di euro di aiuti promessi dalla Commissione Europea, si unisce al fatto che anche nel Congresso degli Stati Uniti gli aiuti all’Ucraina previsti dall’amministrazione del presidente Joe Biden sono bloccati. A partire da gennaio, dunque, il governo ucraino potrà contare soltanto sugli aiuti di partner come Giappone e Regno Unito, insufficienti a coprire le sue spese.
Gli aiuti che gli alleati destinano all’Ucraina sono usati in due modi: vengono trasferiti direttamente al governo ucraino sotto forma di donazioni o prestiti a lungo termine a interessi molto bassi, oppure vengono utilizzati per acquistare armi da spedire nel paese. Senza questi aiuti, difficilmente l’Ucraina potrebbe proseguire il conflitto o, per farlo, dovrebbe chiedere sacrifici alla sua popolazione molto superiori a quelli affrontati fino a ora. Per quest’anno e per il prossimo, il governo prevede un deficit pari a circa il 20 per cento del Pil, cioè oltre 40 miliardi di euro.
Paesi come Regno Unito, Giappone, Canada e istituzioni internazionali come il Fondo monetario internazionale hanno già garantito all’Ucraina circa 10 miliardi di euro per il 2024. Se aggiungiamo il denaro che sarà raccolto dalla vendita di titoli di stato, restano scoperti circa 30 miliardi di euro che avrebbero dovuto essere finanziati da Unione Europea e Stati Uniti. Se questi aiuti non arriveranno nel corso del prossimo anno, il governo dovrà tagliare il suo bilancio di quasi un terzo. Con la spesa pubblica già ridotta all’osso a causa dei tagli imposti dalla guerra significherebbe una difficile scelta tra continuare ad acquistare armi o pagare pensioni e stipendi pubblici.
Il governo ucraino prende tempo per arrivare a un compromesso tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. Un nuovo Consiglio Europeo per discutere gli aiuti all’Ucraina, ad esempio, è già stato convocato a gennaio, mentre si discute della possibilità di finanziare il paese a livello bilaterale, cioè tramite accordi diretti tra gli stati membri e l’Ucraina, aggirando così potenziali veti. Nel frattempo anche il leader della maggioranza Democratica al Senato degli Stati Uniti, Chuck Schumer, ha annunciato un nuovo voto sul pacchetto di aiuti per la prossima settimana. Il provvedimento è bloccato dai Repubblicani, che chiedono in cambio del loro voto alla Camera, dove hanno la maggioranza, l’approvazione di nuove regole molto restrittive sull’immigrazione.
Mentre le spedizioni di armi dagli Stati Uniti si stanno riducendo, quelle dall’Europa stanno aumentando. Gran parte degli aiuti militari dagli stati membri arriva grazie ad accordi bilaterali che aggirano la necessità di ottenere l’unanimità al Consiglio Europeo. Secondo i dati del Kiel Institute, la Germania ha ormai inviato un totale di oltre 17 miliardi di euro in aiuti militari, oltre un terzo del totale americano. Se però il blocco ai nuovi aiuti, in particolare quelli americani, dovesse proseguire per gran parte del 2024, la situazione delle forze armate di Kiev è destinata a peggiorare. Di quanto dipenderà dalle risorse che gli altri alleati dedicheranno a sostituire i mancati aiuti americani e dalla capacità del governo ucraino di mobilitare ancora di più la sua industria militare.