«Israele pagherà». La rabbia dell’Iran fa tremare il Medio Oriente, dopo che un attacco di Israele in Siria ha ucciso uno dei principali generali iraniani. L’uomo eliminato è Sayyed Razi Mousavi. I media iraniani lo dipingono come «uno dei consiglieri più esperti» dei Guardiani in Siria, responsabile del trasferimento di armi e finanziamenti alle milizie alleate. Musavi era stato stretto collaboratore di Qassem Soleimani, il capo della milizia iraniana al Quds, ucciso da un drone americano in Iraq nel 2020.
Da quando la guerra ha iniziato a squassare il territorio di Damasco, nel 2011, l’Iran ha esteso la sua influenza nel paese. La crisi che si è aperta in Medio Oriente il 7 ottobre non ha fatto che esacerbare le tensioni, intensificando gli attacchi israeliani (e anche americani) ai danni della presenza iraniana in Siria. All’inizio di dicembre altri due ufficiali dei Guardiani erano stati uccisi in Siria.
Uno di questi raid, avvenuto lunedì nel quartiere di Sayyda Zeinab con il lancio di almeno tre missili alla periferia della capitale Damasco, è costato la vita a Musavi. La conferma è arrivata dalle agenzie di stampa iraniane. «Il regime sionista barbaro e usurpatore pagherà per questo crimine»: è il messaggio dei Guardiani della Rivoluzione letto alla Tv di stato di Teheran. Dello stesso tenore la minaccia esplicitata poco più tardi dallo stesso presidente iraniano Ebrahim Raisi. «Senza dubbio, questa azione è un altro segno della frustrazione, dell’impotenza e dell’incapacità del regime sionista nella regione» ha detto Raisi, aggiungendo che lo Stato ebraico «pagherà certamente per questo crimine».
Israele, come sua prassi, non ha confermato né smentito l’attacco. Non ha nemmeno offerto commenti ufficiali, ma si prepara alla reazione di Teheran. Lo riferisce il giornalista Barak Ravid, citando una fonte della sicurezza israeliana, secondo la quale tra le risposte possibili da parte dell’Iran c’è il lancio di missili dalla Siria e dal Libano.