Per candidarsi alle prossime elezioni presidenziali in Russia deve raccogliere 100.000 firme e poi sottoporle all’esame del comitato elettorale. Boris Nadezhdin, 60 anni, con una lunga carriera politica alle spalle, potrebbe essere il nuovo oppositore di Vladimir Putin. Nonostante Nadezhdin sostenga di aver già raggiunto il numero di firme necessarie, sta proseguendo la raccolta. Non è per nulla scontato che l’ente, sotto il controllo dell’attuale governo, gli permetta di candidarsi alle elezioni, previste per il 15-17 marzo.
Lo staff di Boris Nadezhdin ha annunciato di aver raccolto 101.607 firme in 75 regioni. Tuttavia, la campagna di raccolta firme non è ancora conclusa, poiché l’obiettivo è raccogliere 150.000 firme per selezionarne 105.000 ideali per la candidatura. Nadezhdin, nominato dal partito Iniziativa Civica, non rappresentato alla Duma, deve presentare alla Commissione elettorale 100.000 firme entro il 31 gennaio, includendo almeno 2.500 firme da 40 regioni diverse. La notizia del raggiungimento delle oltre 100.000 firme è stata diffusa sul sito web di Nadezhdin e ripresa da vari media, tra cui Meduza.
Sul suo sito Nadezhdin si descrive come «un fisico, un imprenditore, un avvocato e un politico» e dice di voler liberare la Russia da derive «autoritarie e militari». Negli ultimi mesi ha accusato Putin di «trascinare la Russia nel passato», ha criticato la riforma costituzionale che permette al presidente di restare al potere fino al 2036 e ha posizioni in contrasto con la retorica del presidente russo su vari argomenti: ha definito “l’operazione speciale” in Ucraina un «enorme errore», ha promesso se eletto di mettere fine alle operazioni militari e ha garantito il ritorno a casa dei soldati. Ma ha anche definito le limitazioni all’aborto e le leggi contro il movimento Lgbtq+ «cose completamente senza senso, da Medioevo».
Dopo gli inizi nella politica locale di Mosca negli anni Novanta, nel 1999 fu eletto per la prima volta deputato, con l’Unione delle Forze di Destra. Lavorò come consigliere per Boris Nemtsov, diventato poi uno dei maggiori oppositori di Putin e ucciso nel 2015, e in seguito come assistente di Sergei Kiriyenko, che oggi si occupa di elaborare la politica interna del regime di Putin. Fu a lungo considerato vicino a Sergei Mironov, leader di Russia Giusta, uno dei partiti di “opposizione sistemica”: sono formazioni politiche che svolgono un ruolo di opposizione “di facciata” all’interno del parlamento russo, ma che su tutte le questioni più importanti votano insieme al partito di Putin, Russia Unita.
Per le sue esperienze politiche passate, oggi esiste un certo scetticismo sulla reale natura dell’opposizione di Nadezhdin: c’è chi lo considera come una possibile espressione dello stesso governo russo, proposta per convogliare il dissenso verso uomini e partiti controllabili. Ora fa parte del partito di centrodestra Iniziativa Civica, ma otto anni fa era osservatore elettorale nella squadra per la rielezione di Putin.