A quattro giorni dall’8 marzo, la Giornata internazionale per i diritti della donna, la Francia decide di fare entrare nella Costituzione la “libertà garantita” all’interruzione di gravidanza, proposta dal governo di Emmanuel Macron. L’Assemblea nazionale e il Senato hanno approvato in una sessione comune la proposta di legge che inserisce nella Costituzione il diritto di aborto con 780 voti a favore e 72 contrari, quindi ben al di sopra della soglia minima di 512 voti, cioè i tre quinti dell’assemblea. La Francia è il primo paese che ha deciso di cambiare la propria Costituzione per inserire un riferimento specifico all’interruzione di gravidanza: negli anni passati molti paesi avevano collegato la tutela del diritto all’aborto ad alcuni diritti già presenti nelle loro costituzioni, come il diritto alla salute o il diritto alla privacy, ma mai nessuno lo aveva incluso esplicitamente tra i diritti costituzionali.
Sarà introdotta, nell’articolo 34, la frase «la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad un’interruzione volontaria della gravidanza». La decisione di iscrivere nella Costituzione la «libertà» di ricorrere all’aborto era stata annunciata da Emmanuel Macron un anno fa, nel marzo 2023.
L’esito del voto era abbastanza scontato, dato che entrambe le Camere si erano già espresse a favore negli scorsi giorni, ma era l’ultimo passaggio necessario per approvare definitivamente la norma: per cambiare la Costituzione, infatti, la legge doveva essere anche votata da almeno i tre quinti dei parlamentari dell’Assemblea e del Senato, riuniti in seduta comune nel cosiddetto Congresso di Versailles.
In Francia l’interruzione di gravidanza è stata decriminalizzata all’inizio del 1975 grazie anche agli sforzi dell’allora ministra della Salute Simone Veil, da cui la legge prende nome. Negli ultimi anni si era sviluppato un dibattito pubblico intorno alla richiesta di alcune politiche e delle associazioni femministe di inserire nella Costituzione un’esplicita tutela del diritto all’aborto.
Nel 2022 questa proposta aveva raccolto molti più consensi dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare il diritto all’aborto a livello federale, ribaltando la storica sentenza Roe v. Wade. A novembre del 2022 l’Assemblea nazionale francese aveva approvato a larga maggioranza una proposta di legge costituzionale che prevedeva di inserire nella Costituzione il «diritto all’interruzione volontaria di gravidanza».
A febbraio del 2023 il disegno di legge era stato approvato dal Senato, sostituendo però alla parola «diritto» l’espressione «libertà della donna», meno incisiva. Infatti, nonostante nessuno dei partiti in parlamento voglia rendere illegale l’aborto, i partiti di destra, come i Repubblicani, e di estrema destra, come Rassemblement National, erano contrari al suo inserimento nella Costituzione, e avevano sostenuto che questa fosse una misura superflua. Il cambiamento da «diritto» a «libertà» era stato fatto per ottenere il voto dei Repubblicani, che infatti avevano accettato la proposta.
Alla fine del 2023 Macron, che era favorevole all’inserimento del diritto nella Costituzione, aveva infine presentato un’altra proposta di legge che modificava «libertà della donna» con «libertà garantita della donna». La nuova dicitura era stata approvata dall’Assemblea nazionale a fine gennaio 2024 e dal Senato il 28 febbraio.
La ministra francese per l’uguaglianza di genere Aurore Bergé ha recentemente espresso la speranza che la misura adottata in Francia ispiri anche altri Paesi dell’Unione europea. Al momento le condizioni per l’accesso all’aborto cambiano molto tra Paesi europei, alcuni lo hanno inasprito mentre altri lo hanno esteso. Si passa dal divieto quasi totale in Polonia o Malta, alla Spagna dove è prevista la possibilità per le 16enni di abortire senza bisogno del consenso dei genitori.