Il Movimento 5 stelle ha cambiato più volte aspetto, ma non rinuncia al suo cavallo di battaglia: il reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte è intervenuto a Napoli per presentare una proposta di legge che reintroduca a livello regionale la misura cancellata dal governo Meloni. Una proposta avanzata dai consiglieri pentastellati campani Gennaro Saiello, Michele Cammarano e Vincenzo Ciampi ma che verrà proposta anche in altre regioni.
Con la proposta di legge regionale si punta a dare nuova vita al reddito di cittadinanza in Campania, una misura di welfare regionale che si pone l’obiettivo di «colmare gli enormi disagi» provocati dall’abolizione del sussidio e dunque per andare incontro al tema del reinserimento sociale e lavorativo per chi è in difficoltà economica e occupazionale. La proposta di legge prevede l’utilizzo di parte dei fondi della Regione Campania per una platea che nel 2022 era di 240mila nuclei familiari, cioè gli ex percettori.
In una fase iniziale, si legge nella proposta, sono stati già individuati 200 milioni di euro che però basteranno a finanziare solo la metà di questi nuclei, circa 96 mila famiglie. Serviranno altri fondi. Per questo motivo sarà necessaria una cooperazione con la maggioranza. C’è da vincere le resistenze del governatore campano Vincenzo De Luca, che ha messo in guardia da «iniziative propagandistiche» nell’affrontare il tema della povertà.
«Confido che a livello regionale questa proposta non sarà lasciata cadere – spiega l’ex premier Giuseppe Conte – anche se è una proposta di consiglieri di opposizione. Confido che una proposta che nasce già con soluzioni concrete per quanto riguarda la prospettiva di finanziamento possa avere un cammino chiaro e, anzi, ci sia la collaborazione di altre forze politiche per trovare ulteriori fondi e finanziamenti per renderla ancora più concreta a beneficio dei cittadini».
La proposta prevede tre passaggi: il punto di accesso (informazione, consulenza e orientamento), la fase assistenziale e la fase dell’inclusione attiva. L’assegno garantito è in una prima fase di dodici mesi di 400 euro mensili a persona cui si vanno a sommare 200 euro per ogni componente del nucleo familiare oltre il secondo. Dopo i primi 12 mesi partirà poi la ‘fase di inclusione attiva’ che ha l’obiettivo di accompagnare le persone nel mondo del lavoro interpellando le imprese del territorio.