Continua a far discutere la decisione del dirigente scolastico della scuola “Iqbal Masih” di Pioltello, in provincia di Milano, di chiudere il 10 aprile per la festa di fine Ramadan. Il Consiglio di istituto, che ha approvato la proposta all’unanimità, si appella all’autonomia scolastica e alla possibilità di ogni istituto di istituire dei giorni di chiusura discrezionali, rispettando il computo dei giorni di lezione. Ma il caso di Pioltello è approdato al ministero dell’Istruzione e il ministro Giuseppe Valditara ha avviato un approfondimento.
Ad accendere il dibattito ci ha pensato il senatore Gasparri con la richiesta di sapere dal ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara «se la incredibile decisione di chiudere una scuola per il Ramadan sia ammissibile». Salvini, da sempre difensore dei Crocifissi appesi in aura e dei Rosari in mano parla di «una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro Paese. Non è questo il modello di Italia ed Europa che vogliamo». E il ministro dell’Istruzione Valditara ha chiesto «agli uffici competenti del ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento». Ha aggiunto che «le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto» e che il suo obiettivo «è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa».
Il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni, così come Antonello Giannelli, presidente dell’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola), ha spiegato anche che la decisione del consiglio di istituto rientra nell’autonomia della singola scuola che per restare chiusa il 10 aprile ha anticipato di un giorno l’inizio delle lezioni a settembre. L’istituto scolastico, ha spiegato Fanfoni, è frequentato per il 40% da studenti musulmani e negli anni passati, in occasione della festa di fine Ramadan, il tasso di assenze è stato molto alto. L’istituto “Iqbal Masih” comprende una scuola per l’infanzia, la primaria e la secondaria ed è intitolato a un bambino pakistano che morì a 12 anni nel 1995, dopo che a 5 anni era stato venduto dal padre a un venditore di tappeti e costretto a lavorare incatenato al telaio. Masih si ribellò diventando da lì in poi un simbolo della lotta contro il lavoro minorile.
Il decreto del presidente della Repubblica numero 275 del 1999 che disciplina l’autonomia scolastica dice che tale autonomia è «garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti». La legge consente dunque agli istituti una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa, nell’ambito di alcune regole generali condivise e, tra le altre cose, permette alle scuole anche di modificare il calendario scolastico.
All’articolo 5, comma 2, dice infatti che «gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle regioni». E sul sito della regione Lombardia, nella pagina dedicata al calendario scolastico, si conferma infatti che «le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre opportuni adattamenti del calendario scolastico d’istituto, comunicandoli tempestivamente alle famiglie entro l’avvio delle lezioni».
Infine, c’è l’articolo 10 del decreto numero 297 del 1994 intitolato “Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado”. Al comma 3 dice che tra le competenze del consiglio d’istituto c’è proprio «l’adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali». Insomma, ogni scuola ha la possibilità di decidere in autonomia e in deroga al calendario regionale la chiusura in alcuni giorni, garantendo che ci siano almeno 200 giornate di lezione all’anno.