Almeno 60 morti, tensione altissima tra Stati Uniti e Russia, poi la rivendicazione dell’Isis, che paradossalmente ha ridimensionato il potenziale esplosivo di un atto di terrorismo che rischiava di far saltare un equilibrio internazionale già precario. È questo, almeno per il momento, il senso dell’attentato nella sala da concerti Crocus City Hall di Mosca: nella serata di venerdì 22 marzo diversi uomini armati hanno fatto irruzione nell’edificio e hanno iniziato a sparare. I servizi di sicurezza russi dicono che almeno 60 persone sono state uccise, e che ci sono almeno 145 feriti. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis attraverso la sua agenzia di stampa “non ufficiale” al Amaq.
Solo pochi giorni fa, ha riferito la Cnn, gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia del rischio di attacchi da parte dell’Isis-K, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Una rivendicazione, quella degli islamisti, che ha avuto l’effetto di spegnere sul nascere o almeno di smorzare le tensioni tra Washington e Mosca sulla matrice dell’attacco e sul presunto ruolo di Kiev.
L’Isis-K, sonosciuto anche come Wilayat Khorasan, è la branca afghana dell’Isis apparsa per la prima volta nel 2014. Il nome Khorasan si traduce in “La terra del sole”, e secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali, si riferisce a una regione storica che comprende parti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan. Sulla base di questa visione, si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca questi tre Paesi, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Una chiara minaccia per la Russia, che non dimentica le ribellioni islamiste nel Caucaso settentrionale, in particolare in Daghestan e in Cecenia con le due guerre degli anni Novanta e una lunga serie di sanguinosi attentati che fecero stragi di civili in varie città russe, compresa la capitale.
Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir, è il leader del gruppo: secondo il Dipartimento di Stato Usa, l’emiro è stato nominato nel giugno 2020. E sotto la sua guida, come altri gruppi terroristici, l’Isis-K prende di mira le forze statunitensi, i loro alleati e i civili. Ma a differenza di altre organizzazioni, l’Isis-K ha combattuto apertamente anche contro altre organizzazioni islamiche estremiste, come i talebani – sono loro i responsabili dell’attentato suicida all’aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021. Ed era pronta ad attivarsi anche contro le comunità ebraiche come vendetta per le operazioni israeliane a Gaza: solo due settimane fa, i servizi d’intelligence russi hanno rivendicato di aver eliminato una cellula dell’Isis che pianificava un attacco contro una sinagoga proprio a Mosca.
Il 7 marzo l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca aveva reso pubblica un’allerta di sicurezza per i cittadini statunitensi in città, perché aveva ricevuto «rapporti secondo cui estremisti» avevano «piani imminenti di colpire grandi raggruppamenti di persone a Mosca, compresi concerti». Secondo l’ambasciata questa allerta sarebbe rimasta valida per 48 ore, dunque fino al 9 di marzo. Il presidente russo Vladimir Putin aveva minimizzato questi allarmi, dicendo che si trattava di «provocazioni» dell’Occidente che avevano l’intento di «intimidire e destabilizzare la nostra società».
Poi l’attentato di ieri al Crocus City Hall di Mosca. Davanti al teatro è arrivata un’enorme quantità di mezzi, tra polizia, ambulanze, mezzi dei pompieri ed elicotteri. Secondo i media russi sono intervenute anche le forze speciali, che sono entrate nell’edificio. Sempre i media russi, che citano testimoni sul posto, dicono che ci sono state almeno due esplosioni, non è chiaro causate da cosa: l’ipotesi è che siano state lanciate delle granate o altri ordigni esplosivi di qualche tipo, ma le informazioni sono ancora molto confuse. Si è sviluppato anche un grosso incendio. Sul posto sono stati inviati elicotteri per cercare di spegnerlo: le autorità russe hanno fatto sapere che l’incendio è sotto controllo.
GRAPHIC FOOTAGE
A video has emerged online from inside the music hall at the moment of the shooting in Moscow. At least 40 killed and 100 injured.
📹: ASTRA pic.twitter.com/hUbCKaPNCw
— Novaya Gazeta Europe (@novayagazeta_en) March 22, 2024
Il Crocus City Hall è un grande teatro che fa parte di un esteso complesso nella periferia nord-occidentale di Mosca. Il complesso ha al suo interno un centro commerciale, un centro congressi e diversi alberghi e ristoranti. L’attacco è stato compiuto poco prima dell’inizio di un concerto dei Picnic, un gruppo rock. Il teatro può ospitare fino a 9mila persone: per il concerto erano stati acquistati oltre 6mila biglietti e al momento non si sa quante persone fossero dentro il teatro quando è iniziato l’attacco.
Gli attentatori hanno usato dei fucili semiautomatici. Nei video diffusi in rete si vedono almeno 4 assalitori (ma si parla anche di un quinto attentatore) arrivare all’ingresso della sala da concerti e sparare a sangue freddo su alcune persone che cercano di ripararsi in un angolo poco fuori dall’ingresso, in un centro commerciale. Poi gli attentatori sono entrati nella Crocus City Hall, dove era in programma di lì a pochi minuti il concerto della band Picnic: anche nei video diffusi dall’interno della sala si vedono gli uomini armati e si possono udire gli spari tra le poltroncine dove cercavano riparo gli spettatori. In un altro video, rilanciato da Novaya Gazeta, si vedono decine di persone accalcarsi verso l’uscita dell’edificio per fuggire dall’attacco, mentre intorno si riconoscono ben visibili i cadaveri di alcune persone raggiunte dai colpi degli uomini armati. Chi era nella sala si è sdraiato sul pavimento per fuggire ai proiettili per circa 15-20 minuti, dopodiché le persone hanno cominciato a strisciare fuori.
L’agenzia Ria Novosti afferma che gli uomini armati hanno anche lanciato una granata o una bomba incendiaria facendo scoppiare il rogo che si è rapidamente diffuso fino al tetto dell’edificio. L’agenzia ha diffuso l’immagine dell’incendio che illumina la notte di Mosca, mentre una densa colonna di fumo si alza nel cielo. Il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ha definito l’attacco una «grande tragedia» e ha poi annunciato che tutti gli eventi pubblici – culturali, sportivi o di altro tipo – previsti a Mosca nel fine settimana sono cancellati. Lo stesso hanno fatto le autorità di altre città russe come San Pietroburgo, Stavropol, Murmansk, Vologda e Kursk.