I risultati delle elezioni municipali in Turchia sono andati meglio del previsto per il principale partito di opposizione, il Chp. La forza politica laica e repubblicana, erede del fondatore della Turchia moderna Kemal Atatürk, ha visto i propri candidati riconfermati a Istanbul, Ankara e lungo le coste dell’Egeo, ma è riuscita a espandersi anche in aree in precedenza in mano all’opposizione. Secondo il quotidiano turco Daily Sabah l’affluenza alle urne è stata di oltre il 78%. Complessivamente il Chp ha ottenuto il 37,7% dei voti, contro il 35,5% dell’Akp, il partito conservatore di Erdogan. Il Chp è sempre rimasto in testa e ha lasciato dietro il partito del presidente Erdogan: è riuscito a mantenere le 14 municipalità vinte nel 2019 e ne ha guadagnate altre 12. «Non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo», ha detto Erdogan in un discorso tenuto domenica sera ad Ankara.
L’avanzata del principale partito di opposizione segna una svolta senza precedenti da quando Erdogan è al potere e fornisce indicazioni preziose sul futuro del paese e in particolare sulle prossime presidenziali, previste per il 2028. Il presidente Erdogan non potrà più presentarsi, avendo raggiunto il numero massimo di mandati previsti dalla legge, e non è stato ancora designato il suo successore, mentre è facile capire chi sarà il candidato del Chp.
Il partito è retto al momento da Özgür Özel, succeduto a Kemal Kılıçdaroğlu, uscito sconfitto dalle elezioni presidenziali di giugno 2023 ed estromesso dall’ala riformatrice e più giovane del partito. A prendere le redini del Chp, adesso, sarà con molta probabilità Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul appena riconfermato con più del 50% delle preferenze. Già prima delle elezioni Imamoglu era considerato il più noto politico dell’opposizione a Erdogan: ora è diventato in maniera inequivocabile il principale avversario del presidente turco, e un candidato naturale per le prossime elezioni presidenziali, nel 2028.
Le elezioni amministrative di domenica erano particolarmente importanti per Erdogan. Alle precedenti elezioni, nel 2019, il suo partito perse il controllo di molte città importanti, tra cui Istanbul, dove Erdogan è nato e ha avviato la sua carriera politica. La situazione si ribaltò alle elezioni presidenziali del 2023, nelle quali Erdogan riuscì a vincere e ottenere un terzo mandato, mentre i partiti di opposizione si indebolirono.
Ora il presidente si era dato l’esplicito obiettivo di “riprendere le città” che erano state vinte dall’opposizione cinque anni fa, proprio a partire da Istanbul. Sperava insomma che le elezioni di domenica gli confermassero «di non avere più avversari temibili». Le cose però sono andate diversamente: a scrutinio quasi completo, a Istanbul Imamoglu ha ottenuto il 51% dei voti contro il 39% di Murat Kurum, ex ministro del governo Erdogan.
Imamoglu è un politico molto popolare. Vincendo le elezioni nel 2019 pose fine a 25 anni di governo da parte del Partito giustizia e sviluppo (Akp), quello di Erdogan: Imamoglu tra l’altro vinse due volte, perché dopo la sua prima vittoria Erdogan impose una ripetizione del voto, che Imamoglu vinse ancora. Negli ultimi cinque anni, durante il suo mandato da sindaco di Istanbul, è diventato un politico molto conosciuto in Turchia, tanto che in molti si aspettavano che si candidasse alle presidenziali turche già nel 2023. La notorietà di Imamoglu è cresciuta nonostante varie campagne dei media di stato per screditarlo, e nonostante il fatto che Erdogan si sia intestato il merito di molti dei progetti che hanno modernizzato Istanbul durante il suo mandato.