Dall’inizio dell’epidemia di coronavirus sono morte 9.154 persone nelle Rsa italiane. Quasi la metà sarebbe riconducibile al contagio di Covid-19, con il picco registrato tra il 16 e il 31 marzo. A dirlo è il report finale dell’Istituto superiore della Sanità nell’indagine nazionale sul contagio nelle strutture residenziali e sociosanitarie, svolto in collaborazione col Garante nazionale delle persone private della libertà personale.
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Un report con un limite importante: al questionario inviato dal gruppo di studio dell’Iss hanno risposto 1.356 strutture sulle 3.292 contattate, pari al 96% delle Rsa censite sul territorio nazionale. I numeri assoluti, quindi, sono falsati dalle quasi 2mila case di riposo che non hanno fornito una risposta e dalla distribuzione geografica di coloro che invece hanno rispedito all’Istituto Superiore di Sanità il questionario compilato. Un esempio per tutti: in Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus, ci sono 678 strutture, hanno risposto 292.
Le 1.356 strutture consultate avevano un totale di 97.521 residenti alla data del primo febbraio 2020, con una media di 72 per struttura. I decessi totali sono stati 9.154, di questi 680 positivi al tampone e 3.092 con manifestazioni simil-influenzali senza tampone. La percentuale maggiore di decessi, com’era prevedibile, è stata registrata in Lombardia (41,4%), Piemonte (18,1%) e Veneto (12,4%).
Ma l’indagine ha anche preso in considerazione le difficoltà riscontrate dalle strutture, a partire dalla mancanza di dispositivi di protezione, confermata nel 77,2% dei casi. Circa il 20% dei referenti ha evidenziato la scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione. Circa un terzo invece lamenta l’assenza di personale sanitario. In media sono stati riportati 2,5 medici, 8,5 infermieri e 31,7 operatori socio sanitari per struttura: circa l’11% delle strutture ha dichiarato di non avere medici in attività nella struttura fra le figure professionali coinvolte nell’assistenza. Inoltre, il 10% circa delle strutture segnala mancanza di farmaci e 12,5% difficoltà nel trasferire i residenti affetti da Covid-19 in strutture ospedaliere. Infine, circa 1 struttura su 4 dichiara di aver avuto difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti dal virus.