Dopo lo stop ad AstraZeneca, i ritardi accumulati anche dalle altre farmaceutiche e il vaccino di Johnson & Johnson che non arriverà prima di metà aprile, molti Paesi europei, tra cui Italia e Germania, guardano allo Sputnik V. L’Italia ha già chiuso un primo accordo con la Russia per produrre il vaccino, a partire dai mesi di giugno-luglio, nello stabilimento di Caponago, vicino a Monza.
Ma «tra qualche giorno verrà stipulato un primo accordo con l’istituto Spallanzani per una sperimentazione in forma scientifica con il vaccino Sputnik, in attesa ovviamente dell’autorizzazione formale dell’Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti», ha annunciato il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti durante una visita all’hub vaccinale dell’Auditorium. «Questa è un’altra buona notizia – ha aggiunto il governatore – che ci permette di fare un salto in davanti rispetto alla necessità di approvvigionamento dei vaccini».
Adesso si attende solo l’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco. «Se sarà approvato – probabilmente dopo giugno – potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni persone nell’Ue entro tre, quattro mesi», ha dichiarato al quotidiano tedesco Berliner Zeitung, Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo di investimenti diretti. L’ente, tra i più coinvolti nello sviluppo di Sputnik V, ha chiarito che negli Stati dove il vaccino sarà approvato le dosi verranno consegnate il prima possibile.
«Aspettiamo una delegazione dell’Ema a metà aprile e speriamo che la decisione sullo Sputnik V sia puramente scientifica, non politica», ha aggiunto Dmitriev confermando che Mosca ha già messo a punto piani per produrre il vaccino in Germania e in altri Paesi europei. Intanto, lo stesso fondo russo ha fatto sapere di aver trovato anche un accordo per produrre 200 milioni di dosi di Sputnik V in India, consentendo così la vaccinazione di 100 milioni di persone.