Il termine cellulite, che nell’accezione comune fa riferimento ad uno sgradevole inestetismo cutaneo, riferito all’orbita ha un significato molto diverso poiché definisce una condizione infiammatoria che interessa la zona intorno all’occhio. Nello specifico la cellulite periorbitaria è un’infezione della palpebra e della cute circostante anteriormente al setto orbitario causata generalmente dalla diffusione per contiguità di infezioni da traumi locali del volto o delle palpebre, morsi di insetto o congiuntiviti, calazio e più difficilmente sinusiti.
SINTOMI. La cellulite periorbitaria e quella orbitaria sono due patologie distinte che condividono alcuni sintomi. La cellulite periorbitaria differisce dalla forma orbitaria poiché in quest’ultimo caso la cellulite inizia in profondità rispetto al setto orbitario, mentre nella forma periorbitaria rimane in superficie. I tessuti intorno all’occhio diventano tumefatti, dolenti alla palpazione e arrossati. Solo in rari casi si può sviluppare febbre. Talvolta la palpebra è così gonfia che non si riesce ad aprirla facilmente. Tuttavia, quando le palpebre sono aperte, la vista è normale, non vi è riduzione dell’acuità visiva, il movimento oculare rimane intatto, e il bulbo non è spinto in avanti (proptosi). L’elasticità della cute delle palpebre ed il distretto “relativamente chiuso” predispongono all’edema ed alla formazione dell’ascesso. Un’infiammazione locale può derivare anche da una ostruzione dei vasi linfatici o venosi, che comporta una tumefazione in aree distanti dalla sede dell’infezione.
DIAGNOSI. Gli agenti patogeni variano a seconda dei casi. Lo Streptococcus pneumoniae è il patogeno più frequentemente associato ad infezione sinusale, mentre lo Staphylococcus aureus e lo Streptococcus pyogenes sono i responsabili quando l’infezione deriva da traumi locali. Spesso si incorre a diagnosi errate supponendo allergie, dacriocistite, dacrioadenite, o congiuntivite. Per questo la diagnosi deve essere accurata: dopo una visita oculistica ed otorinolaringoiatrica si passa ad una tomografia computerizzata del massiccio facciale. Se i reperti sono equivoci, se l’esame è difficoltoso (come nei bambini piccoli) o è presente secrezione nasale (che suggerisce sinusite), si deve eseguire si rende necessario eseguire una risonanza magnetica per immagini dell’orbita per escludere patologie ben più gravi.
TERAPIA. Il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici appropriati, spesso a dosi elevate e per un periodo di circa due settimane. Qualora la terapia antibiotica si rileva inefficace bisogna ricorrere all’aspirazione del materiale purulento dalla sede di infezione per consentire l’isolamento del microrganismo patogeno responsabile della infezione in modo da prescrivere una terapia mirata. L’incisione per la raccolta del campione da esaminare va fatta nel punto di massima tensione, ben al di sotto della rima orbitale, in ogni caso bisogna rendere minimi i possibili danni alle altre strutture oculari. Il materiale raccolto, mediante una siringa sterile, va inoculato direttamente nei terreni di coltura preselezionati per aerobi od anaerobi ed utilizzato per eseguire un preparato da osservare al microscopio. Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare e il paziente deve essere sempre seguito da un oftalmologo.