Assolutamente critico nei confronti del suo predecessore Roberto Speranza, il ministro della salute Orazio Schillaci dichiara terminati gli anni pandemici. In un’intervista al quotidiano Libero, annuncia la rivoluzione e archivia una volta per tutte la sciagura dell’obbligo vaccinale imposto da Speranza, con Conte prima e Draghi poi. «Non rimetteremo l’obbligo vaccinale e saremo sempre attenti a mediare il diritto alla salute con il rispetto delle libertà personali” dichiara il ministro in una recente intervista».
Affermazioni queste che arrivano a pochi giorni di distanza dal pronunciamento della Corte costituzionale e che viaggiano in tutt’altra direzione. In attesa comunque di leggere la sentenza, la Corte su un punto è stata chiara: la coercizione imposta dal governo Draghi è legittima. Il neo-esecutivo non discute tale decisione, ma fa sapere di non essere concorde. «Il presidente Meloni ha sempre detto di essere contraria all’obbligo per i vaccini Covid, ritenendo l’informazione più efficace della coercizione, e non mi pare abbia cambiato idea».
Vi è quindi una qualche speranza per gli esclusi e marginalizzati degli ultimi due anni, che con tutte le dovute precauzioni, vedono finalmente un’apertura da parte dello Stato. «Oggi l’epidemia è cambiata e si dovrebbe iniziare a parlare di Covid 23 anziché di Covid 19». Il ministro della salute parla infatti di “riconciliazione nazionale” in merito alla questione vaccini anti-Covid e lancia una frecciatina all’opposizione. Chi predica l’inclusione è il primo a mostrarsi a favore del green pass sottolinea il ministro.
Per il ministro della Salute nella gestione del Covid «serve dare un messaggio di discontinuità con la gestione precedente. La salute pubblica va depoliticizzata, non è di destra o di sinistra ed inoltre oggi ci sono emergenze più importanti della pandemia, per esempio i tumori».
Però ora si passi ai fatti. A partire dall’annullamento delle multe ai non vaccinati e dal reintegro pieno e fattivo dei medici non vaccinati, mettendo fine alle discriminazioni che molti sanitari stanno ancora subendo. «Rispetto le sentenze. In realtà l’obbligo era terminato per quasi tutte le categorie nello scorso mese di giugno, quando era cessato lo stato d’emergenza, e sarebbe scaduto per il personale sanitario il prossimo 31 dicembre. Noi abbiamo anticipato al primo novembre questa scadenza».