• Cookie Policy
  • Chi siamo
sabato, Settembre 30, 2023
  • Login
Pickline
  • Italia
  • Politica
  • Economia
  • Green Economy
  • Mondo
  • Cultura
  • Salute
No Result
View All Result
  • Italia
  • Politica
  • Economia
  • Green Economy
  • Mondo
  • Cultura
  • Salute
No Result
View All Result
Pickline
No Result
View All Result

L’estate di Caronte – Ventiseiesima puntata

Le fanciulle di Licola…

Francesco Capaldo di Francesco Capaldo
Dicembre 5, 2022
in Libri
Tempo di lettura: 4 mins read
A A
L’ estate di Caronte – Prima puntata

– Dove andiamo?
– In un bel posto. È una sorpresa. Non vuoi?
– Con voi verrei in capo al mondo.
Per Adsum sarebbe stata una notte indimenticabile, in cui avrebbe fatto scintille. Era in preda a una incontrollabile euforia. Era certo di essere davvero nel regno della pace e nel migliore dei mondi possibili. Senza opporre alcuna resistenza, le seguì. Salì a bordo di un’autovettura, e partì per una ridente campagna, su cui si stendeva come un esuberante fungo il fumo di immensi cumuli di immondizia bruciata.

Adsum riacquistò i sensi che era la mezza e il sole era alto nel cielo e sopra di lui c’era l’austero Garibaldi, che aveva liberato l’arretrato Mezzogiorno dal reazionario e dispotico Borbone. Gli strizzava l’occhio. ‘Che ci faccio qui? Che mal di testa! Non ho più l’età per fare il birbone.’ disse a sé stesso. Non appena si riebbe un poco si ricordò che le due fanciulle lo avevano portato in una casa privata e che gli avevano offerto da bere. Che gentili! L’avevano trattato come un re e per farlo divertire si erano inventate finanche uno strano gioco: lo avevano fatto sedere su una sedia e lo avevano legato. Lo avevano escogitato per donargli un piacere sublime. E lui per farle contente aveva accettato. Che giocherellone! Faceva uno strano effetto alle donne: per lui facevano follie. Si era divertito tantissimo. Non era mai stato così bene. Però erano state cattive a lasciarlo da solo in mezzo alla strada. Il mondo femminile era un mistero bello e senza fine. Che curiosone quelle due! Volevano sapere ogni cosa di lui. Gli avevano fatto un vero e proprio interrogatorio: sulla moglie, sui suoi amori passati, sulle sue amanti… Gli avevano persino domandato chi era Helene e per tutto il tempo non avevano fatto altro che parlare di un certo Absum. Volevano sapere se lo conosceva. – Sei sicuro, di non conoscerlo, caro? – gli aveva domandato Monica, mentre lo accarezzava con una frusta. -Ti piace questo gioco? – e poi rivolta all’amica – Non sa nulla. È capitato per puro caso con quella donna in casa del suo amico. Però è pericoloso. Potrebbe andare alla polizia. Meglio farlo fuori. – No, sei pazza! – aveva risposto l’altra. Ma chi mai era Absum? Che burlone che erano! A un certo punto si erano messe a giocare a guardia e ladri. E così lo avevano lasciato lì, dicendo che sarebbero subito ritornate. Si ricordò allora di Marina. Doveva telefonarle e avvisarla. Che avrebbe pensato di lui la signorina? Corse a una cabina telefonica e la chiamò.
– Si, pronto.
– Sono Adsum, signorina.
– Ah, è lei. Che fine ha fatto? Non l’ho più vista. Mi ha lasciato solo a Licola ed è andato via. Non me lo aspettavo. Le sembrano modi da galantuomo? – gridò la signorina al telefono.
– Ma… io… – provò a obiettare Adsum che fu investito da un fiume di parole e dall’ira della donna.
– Non ci sono scuse. È imperdonabile. Sono partita senza di lei. Non mi chiami più. Ha capito? – disse in maniera seria e brusca e senza possibilità di appello, e gli chiuse il telefono in faccia. Era davvero in un bel pasticcio. Non aveva più un euro e non poteva richiamare Marina per farle capire che aveva preso un abbaglio. Si avviò in stazione. Andò nella sala d’aspetto e si mise a dormire su una sedia. Passò lì la notte. All’alba saltò, senza fare il biglietto, su un regionale per Firenze. Era stordito da tutti quegli avvenimenti che gli erano capitati: la nuvola di Fantozzi lo perseguitava. La bussola della sua vita sembrava impazzita. Dio si era messo a fare il burlone e si era dimenticato che era un padre di famiglia e un povero impiegato delle poste. All’uscita dalla stazione sentì una voce che lo chiamava. Temette il peggio e che ci fossero altri guai in arrivò. Si voltò e intravide Helene. Aveva messo qualche chilo dall’ultima volta che l’aveva vista, ma volentieri avrebbe accarezzato le sue forme. La sorte forse dopo tante traversie stava girando dalla sua parte.
– Tesoro, che bello rivederti!
La donna provò ad abbracciarlo, ma si ritrasse per via del cattivo odore di Adsum.
– Cosa ti è successo?
– Sapessi!
– Che brutto odore emani.
– Poi ti racconto. Sto tornando da Napoli.
– Napoli?
– Sì.
– Che sei andato a fare in quella città? Sei finito in una pattumiera?
– No, peggio. Poi ti racconto.
– Dopo mi racconti tutto. Io vado a casa. Vieni con me?
– Sì, ho bisogno di fare una doccia.
Arrivò il bus: era stracolmo di gente. Il viaggio gli sembrò che non finisse mai. Un senso di appiccicaticcio gli saliva lungo la schiena. Si guardava intorno come se fosse braccato e per accertarsi che in quella massa informe di volti non ci fosse qualche conoscente suo o della moglie. Solo dopo averli esaminati tutti tirò un sospiro di sollievo.
– Che hai? Ti senti bene?
– Nulla.
– Sei sicuro? Sei teso come una corda. A casa ti faccio una camomilla.
– Sì, forse ne ho bisogno.
– Siamo arrivati. Ecco la nostra fermata.
– Sì.
– Piove. Mi si arricceranno i capelli. Domani dovrò andare dal parrucchiere. Vieni di qua. Si fa prima.
– Sì. Ti seguo.
Venne giù un acquazzone. I due ex amanti si ripararono sotto un balcone e riuscirono a non bagnarsi. Appena spiovve passarono per andare a casa dinanzi alla pizzeria di via della Rondinella. Adsum intravide all’interno del locale la moglie, in compagnia di un uomo. Doveva evitare a tutti i costi di farsi vedere. Tirò per un braccio Helene e per la foga quasi le fece male.
– Che hai? Sei impazzito?
– Su corriamo.
– Che c’è?
– Guai in vista… c’è mia moglie!

… Continua… Vi aspettiamo alla prossima puntata!

Tags: L'estate di CarontePickRomanzi
Share241Tweet151Share42ShareSendSend
Articolo precedente

Chi sono davvero i giudici della Consulta che hanno “benedetto” l’obbligo vaccinale

Articolo successivo

Sull’obbligo vaccinale Schillaci cambia rotta: «Riconciliazione nazionale»

Altri Articoli

“Il ritorno di Virgilio” di Hermann Broch
Libri

“Il ritorno di Virgilio” di Hermann Broch

Settembre 26, 2023
“Il figlio del Paradiso” di Ghvmbert Catholicvs
Libri

“Il figlio del Paradiso” di Ghvmbert Catholicvs

Agosto 7, 2023
“Conversazione su Dante” di Osip Mandel’štam
Libri

“Conversazione su Dante” di Osip Mandel’štam

Luglio 23, 2023
Articolo successivo
Sull’obbligo vaccinale Schillaci cambia rotta: «Riconciliazione nazionale»

Sull’obbligo vaccinale Schillaci cambia rotta: «Riconciliazione nazionale»

  • Italia
  • Politica
  • Economia
  • Green Economy
  • Mondo
  • Cultura
  • Libri
  • Tech
  • Sport
  • Salute

© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
PICKLINE è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 89 del 22/05/2018
Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
Mail: redazione@pickline.it

No Result
View All Result
  • Italia
  • Politica
  • Economia
  • Mondo
  • Cultura
  • Salute

© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
PICKLINE è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 89 del 22/05/2018
Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
Mail: redazione@pickline.it

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In