La promessa arriva quando gli aerei sono già decollati o prenotati. «Le tariffe degli aerei aumentano laddove il cittadino non ha altra scelta, come in Sicilia e Sardegna, con picchi inaccettabili, del 70%. Con Matteo Salvini siamo d’accordo che interverremo a breve». Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha riunito la commissione di allerta rapida sul caro-voli, impegnandosi a interventi rapidi. Ma la celerità non è di questo governo: si cerca di trovare la soluzione ad un problema che si conosce ormai da tempo a stagione turistica inoltrata.
Muoversi in aereo costa, quest’anno, tra il 40% e il 70% in più rispetto al 2022. La percentuale scende al 15% per quanti usufruiscono delle compagnie low cost che ormai non sono più particolarmente vantaggiose. Eppure il costo del carburante per le compagnie è sceso del 45%.
L’esecutivo non è riuscito a individuare, almeno fino ad adesso, una soluzione strutturale al problema che interessa milioni di viaggiatori, dal nord al sud del nostro Paese, soprattutto durante la stagione estiva. L’incapacità della politica di trovare risposte adeguate ha lasciato spazio anche in questo caso, come ormai avviene da anni, all’attività degli esperti mediante l’ausilio di un’apposita commissione. Quella di allerta rapida sul caro-voli si è riunita al dicastero delle Imprese e del Made in Italy con lo scopo di contrastare eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei vettori.
Urso ha sottolineato che da una parte «gli aerei sono totalmente pieni, non si trovano posti, viaggiano con tutti i posti occupati, il massimo che si possa avere, dall’altra parte il prezzo dei carburanti è precipitato» del 40% rispetto allo scorso anno e quindi i rincari sono anomali. Nell’incontro, al quale hanno partecipato per la filiera Iata, Ibar, Aeroporti2030 Assaereo, Assaeroporti, Assocontrol, Assohandlers e Federazione turismo organizzato, Urso ha annunciato: «Interverremo anche sul piano legislativo per cancellare eventuali pratiche di concorrenza scorretta che dovessero emergere».
Ma il governo si è mosso con qualche mese di ritardo. «È dall’inizio del mese che il ministro Urso annuncia che interverrà a breve. Vogliamo dargli una notizia: l’estate è arrivata e le persone stanno già andando in ferie. Insomma le vacanze sono oramai quasi tutte prenotate» afferma il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. «I voli sono in testa alle top ten dei rincari delle vacanze occupando i primi 3 posti dei rialzi congiunturali e i primi due di quelli tendenziali. Inutile chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati» conclude Dona. L’associazione ricorda che i voli nazionali nel solo mese di giugno 2023 sono cresciuti del + 17,8% rispetto a maggio e su base tendenziale del +28,9% su giugno 2022.
«Le tariffe dei voli aerei sono fuori controllo e oramai, nonostante l’intervento del Governo, l’estate degli italiani è del tutto compromessa – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Chi acquista oggi un biglietto aereo per andare ad agosto in Sardegna deve mettere in conto una spesa che può arrivare a sfiorare i 1.000 euro tra andata e ritorno se ci si imbarca da Napoli, quanto il costo di un volo intercontinentale. I cittadini hanno dovuto infatti subire prezzi stellari per l’acquisto dei biglietti aerei per le vacanze estive, e qualsiasi intervento sul tema arriva fuori tempo massimo». Tariffe che, come dimostra uno studio condotto dal Codacons, sono letteralmente impazzite: Napoli-Olbia da 429 a 918 euro; Roma-Trapani da 333 a 441 euro; Bologna- Palermo da 342 a 479 euro; Pisa-Palermo da 310 a 487 euro; Bologna-Trapani da 325 a 447 euro. E ancora: Torino-Olbia da 327 a 411 euro; Pisa-Catania da 395 a 410 euro; Verona- Olbia da 208 a 326 euro; Milano-Alghero fino a 568 euro mentre un Roma/Milano-Cagliari fino a 569 euro.