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«l turismo lento rappresenta un cambiamento di paradigma, un approccio che enfatizza la qualità dell’esperienza di viaggio, la connessione profonda con il territorio e la partecipazione attiva nelle comunità locali. Lontano dalle frenesie del turismo di massa, il turismo lento invita i viaggiatori a rallentare, scoprire la bellezza nascosta dei luoghi e interagire in modo significativo con le culture locali», anticipa Giancarlo Dell’Orco, Destination Manager, esperto di network territoriali e fondatore del progetto Borghi, nella prefazione del libro di Filippo Grasso: “Turismo lento e comunità sostenibili. Strategie e nuove pratiche turistiche per la valorizzazione del territorio e delle comunità locali” (Contamina, 2024).
Il professore Grasso, autorevole voce nel panorama turistico e docente di analisi di mercato presso l’Università di Messina, nel suo ultimo libro ci offre una prospettiva unica su come queste pratiche innovative possano contribuire alla valorizzazione del territorio e al rafforzamento delle comunità locali. Per approfondire questo affascinante argomento e comprenderne l’evoluzione, lo abbiamo intervistato.
Professore Grasso, nel suo libro parla di una rinascita del turismo lento. Può spiegare cosa intende per turismo lento e quali sono i suoi benefici principali?
«Il turismo lento è una forma di viaggio che privilegia la calma e la contemplazione, contrapposta all’incessante movimento tipico della nostra epoca. Questo tipo di turismo permette ai viaggiatori di immergersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni locali, promuovendo una maggiore sostenibilità ambientale e sociale. I benefici principali includono una maggiore connessione con il territorio, la riscoperta della bellezza nascosta e la valorizzazione delle comunità locali, che diventano protagoniste attive nella promozione del loro patrimonio. Il turismo lento favorisce un ambiente accessibile per tutte le persone e deve soddisfare le esigenze quotidiane, il bisogno e il diritto di ognuno di essere indipendente e consentire di vivere ogni forma di mobilità dolce e sostenibile. Prossimamente a Letojanni si terrà un rilevante convegno scientifico tenuto da esperti del settore delle accessibilità a livello nazionale dal tema: “Turismo sostenibile e inclusivo: accessibilità per tutti. Esperienze e buone pratiche”. Mi auguro possa essere la “ spinta gentile” alle amministrazioni pubbliche di lavorare bene in questo settore “dell’accessibilità e fruibilità turistica per tutti”».
Quali sono le principali tendenze e forme di turismo sostenibile che vede emergere?
«Tra le tendenze emergenti ci sono il cicloturismo, l’ippoturismo, l’attività di “deep walking”, la valorizzazione dei sentieri e delle aree rurali, l’enoturismo e il turismo gastronomico. Inoltre, c’è una crescente domanda di esperienze autentiche legate al contatto diretto con la natura e con le piccole comunità locali. Questi viaggiatori cercano non solo bellezze paesaggistiche, ma anche una conoscenza approfondita dei prodotti tipici e delle tradizioni locali, contribuendo così alla crescita economica e sociale delle aree visitate».
Come possono le comunità locali diventare protagoniste attive del turismo lento?
«Le comunità locali possono diventare protagoniste attive attraverso la creazione di rapporti autentici con i turisti, l’offerta di esperienze uniche e la promozione del proprio patrimonio culturale e naturale. È fondamentale che le comunità siano coinvolte nella gestione del turismo e nella creazione di una rete di ospitalità diffusa, che comprenda operatori turistici, istituzioni e abitanti locali. Questo approccio integrato favorisce non solo lo sviluppo economico, ma anche il benessere sociale e culturale. La possibilità di un’esperienza di viaggio costituisce per un viaggiatore con esigenze particolari una opportunità unica, senza eguali, per crescere, imparare, mettersi alla prova ed arricchire la propria persona. Per questo ogni Comunità ha il dovere di attrezzarsi adeguatamente per accogliere, ospitare e accompagnare ogni forma di accessibilità».
Quali strategie sono necessarie per promuovere efficacemente il turismo lento?
«È necessario sviluppare una strategia turistica che valorizzi le specificità del territorio (genius loci) e ne identifichi i principali aspetti di richiamo turistico. È importante investire in formazione del capitale umano locale, creare una rete tra operatori turistici e culturali, e utilizzare in modo efficiente la comunicazione digitale per promuovere le destinazioni. Inoltre, occorre incentivare politiche di mobilità sostenibile e adottare un approccio integrato che consideri la sostenibilità ambientale, economica e sociale».
Nel 2025 ci sarà il Giubileo dei Cammini, come vede in vista di questo importante appuntamento il futuro del turismo lento?
«Io partirei proprio dalla riflessione di papa Francesco riportata nella Bolla di Indizione Giubileo dei Cammini 2025: «Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità». Questo ci fa comprendere l’importanza di un viaggio che non è solo fisico, ma anche spirituale e riflessivo. Il Giubileo dei Cammini sarà un’occasione unica per promuovere il turismo lento su scala globale, attirando persone alla ricerca di esperienze autentiche e significative.
In vista di questo evento, dobbiamo sviluppare una crescente consapevolezza del valore della sostenibilità e della connessione profonda con i luoghi visitati. Ogni luogo acquista significato se viene raccontato, e la cura di adeguate attività legate alla mobilità sostenibile per tutti è fondamentale. Per esempio, la visita ai luoghi spirituali e culturali deve basarsi su percorsi e itinerari che consentano la piena accessibilità e fruibilità per tutti i viaggiatori, inclusi quelli con esigenze particolari.
Questi percorsi dovrebbero essere progettati per promuovere un turismo lento e riflessivo, in linea con i valori del Giubileo dei Cammini. È essenziale che le comunità locali partecipino attivamente alla creazione e alla gestione di queste esperienze, offrendo narrazioni autentiche e ospitalità diffusa. Questo approccio non solo migliora l’accessibilità e la qualità dell’esperienza per i visitatori, ma contribuisce anche allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate.
La promozione del turismo lento attraverso il Giubileo dei Cammini rappresenta, per ogni singolo territorio, un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio culturale e naturale delle comunità locali, stimolare investimenti nelle infrastrutture e sensibilizzare le persone sull’importanza della sostenibilità. Con un’adeguata strategia turistica, Comune e Diocesi, insieme possono garantire che questa occasione storica abbia un impatto positivo duraturo, arricchendo sia i viaggiatori che le comunità ospitanti.
È un’opportunità per le comunità locali di mostrare il loro patrimonio culturale e naturale, coinvolgendo i viaggiatori in un’esperienza che va oltre il semplice turismo. Inoltre, il Giubileo potrà stimolare investimenti e migliorare le infrastrutture per accogliere al meglio i pellegrini, contribuendo così allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate».