Reddito di cittadinanza e quota 100 rimandati ad aprile per recuperare risorse da destinare agli investimenti. È la proposta che il premier Giuseppe Conte vorrebbe presentare al presidente della Commissione Ue, Jean-Paul Juncker, per tentare di strappare un sì alla manovra. Il Governo avrebbe, dunque, pianificato un risparmio di 4-5 miliardi per le due misure portanti della manovra finanziaria con un recupero dello 0,2% rispetto al 2,4% di deficit fissato come tetto per il 2019. Un’operazione per provare a cambiare l’aspetto della manovra, attenuandone la percezione assistenzialista e accentuando la vocazione allo sviluppo. Va in questa direzione, come riporta Il sole 24 Ore, l’intesa Lega-M5S sul reddito di cittadinanza, che in parte sarà dirottato, sotto forma di sgravio, alle imprese che assumeranno i beneficiari.
LA TRATTATIVA CONTE-JUNCKER. «Non sono ipotizzabili riduzioni della platea di reddito e quota 100», ha detto Di Maio. «Escludo passi indietro sulla riforma della Fornero», ha chiarito Salvini. Ma su forme e metodi delle misure la partita con l’Europa è ancora aperta. E il tempo è un fattore determinante. Rinviando reddito di cittadinanza e quota 100 da gennaio ad aprile vengono risparmiati tra i 4 e i 5 miliardi che verranno dirottati sugli investimenti. Lo slittamento sarà messo nero su bianco probabilmente nel decreto già in cantiere, anziché in un emendamento alla manovra: l’intenzione è licenziare il testo subito dopo la legge di bilancio, per permettere il pensionamento da aprile a chi ha maturato dal 1° gennaio 62 anni di età e 38 anni di contributi. La minore spesa 2019, rispetto al fondo da 6,7 miliardi, è stimata in 1,6 miliardi. A questo risparmio si aggiungerebbero 2,25 miliardi almeno dovuti all’avvio ritardato, sempre ad aprile, del reddito di cittadinanza.
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VERSO LA PROCEDURA DI INFRAZIONE. A rafforzare la credibilità della promessa di non sforare il 2,4% di deficit-Pil c’è la blindatura degli obiettivi di spending, su cui l’Europa aveva sollevato qualche dubbio. «Si punta sugli strumenti forniti dalle leggi 196/2009 e 243/2012 che consentono – riporta al ministero dell’Economia in via unilaterale di effettuare tagli compensativi se nel corso dell’anno, dai monitoraggi mensili, dovessero emergere scostamenti della spesa effettiva di ogni ministero dagli obiettivi. Queste modifiche sono state inserite nel dossier di quaranta pagine consegnato da Conte e Tria alla cena a Palazzo Berlaymont con Juncker, il suo vice Dombrovskis e il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Adesso tocca alla Commissione Europea esaminare la proposta del governo italiano e decidere se intraprendere o meno la strada della procedura d’infrazione.