Non è piaciuta affatto in Italia l’idea del nuovo governo austriaco di voler concedere il passaporto agli italiani di lingua tedesca o ladina, cioè ai sudtirolesi che vivono in Trentino Alto Adige. Nel giorno del giuramento del nuovo governo di Vienna, guidato da Sebastian Kurz e formato da conservatori ed estrema destra, è arrivato l’annuncio ufficiale: «I sudtirolesi potranno richiedere la cittadinanza austriaca già nel 2018, al più tardi all’inizio del 2019». La proposta riapre una questione vecchia cento anni. Nel 1919 l’Impero austro-ungarico cedette la zona dell’Alto Adige all’Italia dopo la sconfitta della Prima guerra mondiale.
LA PROPOSTA. Una ferita di guerra che forse non si è mai rimarginata. Nonostante sia stata annessa all’Italia la maggior parte degli abitanti ha continuato a parlare tedesco e a sentirsi culturalmente affine alla regione austriaca del Tirolo, tanto che gli altoatesini di lingua tedesca preferiscono chiamare la propria regione Südtirol. Il Fascismo ci ha provato a “italianizzare” forzatamente la regione, ma la situazione non è mai cambiata anche se dal 1972 gode dell’autonomia. Il “pacchetto” altoatesino, l’insieme di 137 misure varate dal governo italiano per la tutela della popolazione di lingua tedesca e ladina, è stato al centro di un conflitto diplomatico chiuso definitivamente nel 1992. Adesso nei rapporti tra l’Italia e gli abitanti della regione del Südtirol entra a piede teso l’Austria rispolverando vecchi nazionalismi che rischiano di mettere in pericolo una convivenza che da decenni è vista da tutto il pianeta come un modello virtuoso. E che dire se l’Italia per tutta risposta facesse una legge che toglie la cittadinanza italiana a chi ottiene quella austriaca?
I DUBBI. Ci sono ancora tante ombre sulla questione della doppia cittadinanza: in nome dello ius sanguinis a chi verrebbe concesso il passaporto? A tutti quelli che avevano familiari nella monarchia austroungarica? O solo quelli che appartengono al gruppo tedesco e ladino? E come si risolverebbero le questioni del diritto di voto e del servizio militare obbligatorio in Austria? Anche se gli esperti di diritto dicono che così come è stata formulata la proposta del governo di Sebastian Kurz presenta numerosi problemi di applicabilità, questa potrebbe di dividere anche la stessa società sudtirolese. Si rischia di fare un grande e scellerato salto indietro nel tempo fino alla “grande opzione” del 1939 quando alla popolazione di lingua tedesca e ladina fu imposto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nella cultura italiana e rinunciando ad essere riconosciuti come minoranza linguistica. Allora se è vero che la storia insegna non dovremmo avere dubbi.