Silvio Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma relativa alle presunte sentenze pilotate del Consiglio di Stato. La sentenza in questione è quella con cui, il 3 marzo 2016, fu annullato l’obbligo di cedere la quota eccedente il 9,99% detenuto in Banca Mediolanum, stabilito sia da Bankitalia, in virtù della condanna del 2013, sia dal Tar.
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Berlusconi sarebbe coinvolto in un’inchiesta che ruota intorno a un ex funzionario della presidenza del Consiglio, Roberto Mazzocchi. In una perquisizione compiuta due anni fa, scrive Repubblica, la Guardia di Finanza trovò in casa di Mazzocchi 250mila euro in contanti e le copie di una sentenza del Consiglio di Stato favorevole a Berlusconi. Quell’anno infatti il Consiglio annullò l’obbligo imposto a Berlusconi da Banca d’Italia e dal Tar di cedere azioni di banca Mediolanum per circa un miliardo di euro. Banca d’Italia aveva imposto a Berlusconi di vendere le azioni perché riteneva che dopo la condanna del 2013 per frode fiscale non avesse più i cosiddetti “requisiti di onorabilità” necessari per poter controllare una quota superiore al 9,99% di una banca.