Schermaglie rituali di circostanza o prove tecniche di strappo tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Chiederselo è lecito, evidenziare che qualcosa non va tra i due appare a dir poco evidente. Il Cavaliere aspetta Strasburgo ma con le scarpe da calcio o in panchina da allenatore, vuole comunque giocare la sua partita a dispetto dell’anagrafe. Il leader della Lega sgomita e non gradisce la presenza sempre più monopolizzante di Berlusconi. Il tridente con Giorgia Meloni sembra piuttosto un modulo ad albero di Natale dove due punte diventano mezze punte, ed il centravanti che gioca i palloni decisivi è uno solo: quello di Arcore. Oltre la tattica cresce la tensione a pochi mesi dal voto per le Nazionali e il paradosso del centrodestra è che contende la vittoria al Cinque Stelle, mentre il Pd è in caduta libera e il centrosinistra si è frantumato, ma non ha un leader riconosciuto da tutti. Ognuno va per conto suo e l’annuncio di un imminente incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si ripete da mesi ma poi non si va oltre il patto dell’arancino siciliano che sembra piuttosto un effimero antipasto già evaporato al cospetto di mal di pancia latenti e potenzialmente deflagranti.
DALL’ARANCINO AL SORPASSO. Se si esclude proprio la foto-opportunity fatta durante la campagna elettorale siciliana, è evidente che i due sono convinti di avere poco da dirsi e che solo la legge elettorale li costringe a presentarsi come alleati. Bordate e punzecchiature reciproche non mancano. Berlusconi si muove come se fosse leader della coalizione del 2001 e non a caso sostiene di sentirsi quarant’anni. A guidare la Lega non è più Bossi e Salvini non sembra proprio avere come obiettivo la secessione o il federalismo, ma la conquista dell’egemonia del centrodestra, puntando a ritagliarsi spazi di consenso al Sud sino alla Sicilia stessa. Mentre il Cavaliere punta a vincere e comunque a fare il pieno con Forza Italia, Salvini ha nel mirino l’idea di superare il Cavaliere in percentuali e soprattutto in seggi.
LO SCENARIO. Il centrosinistra si è spaccato, il centrodestra resta unito ma non si sa con quale leader e Forza Italia viene accusata da più parti di puntare ad un patto post-voto con Renzi, mentre Salvini da tempo non fa mistero di mostrare affinità con i Cinque Stelle. Uno scenario di totale e assoluta divaricazione delle posizioni politiche che rischia di partorire un risultato elettorale di ingovernabilità oggettiva perché nessuno vedrà neppure col binocolo la soglia del 40% e alla fine si prospetta la resurrezione del Nazareno. Grillo con Renzi e Berlusconi, e viceversa non prenderanno mai insieme nemmeno un caffè, Salvini ammicca al M5S che non ne vuole sapere della Lega, e allora ecco che Forza Italia e il Partito Democratico troveranno un accordo per un premier di legislatura. Elementare Watson.