Nella più grande internet company del mondo, Amazon, «ogni giorno è sempre come se fosse il primo»: parola del fondatore ed amministratore delegato Jeff Bezos. C’è dunque da scommettere che il grande traguardo tagliato con l’apertura delle “sfere”, opera monumentale consacrata al welfare aziendale e pronta a diventare attrazione turistica, non sia assolutamente considerato un punto di arrivo quanto uno dei tanti punti di partenza nella storia pluri-ventennale di questa compagnia a stelle e strisce.
FELICITÀ = PRODUTTIVITÀ. Fino a qualche tempo fa, in ambito aziendale, era diffusa la convinzione per cui il livello di produttività degli impiegati fosse direttamente proporzionale al livello del proprio salario e che bastasse aumentare il secondo per avere effetti positivi sul primo. Innumerevoli studi ed esempi pratici hanno al contrario dimostrato che i livelli di produttività dipendono da un insieme complesso di fattori, molti dei quali legati alla vita privata dei dipendenti di una compagnia o al modo in cui la propria routine lavorativa è organizzata. Da ricerche e rilevazioni sul campo appare evidente che trascorrere mezza giornata o più seduti ad una scrivania, con gli occhi attaccati allo schermo, per fare un esempio ormai comune a molti lavoratori, abbia delle ricadute negative sul morale, sul livello di attenzione ed inevitabilmente sulla produttività a lungo termine del soggetto preso in considerazione. Da questa consapevolezza si è sviluppato e consolidato quello che viene definito come “welfare aziendale”, una serie di politiche implementate da piccole e grandi aziende volte ad aumentare la qualità della vita lavorativa dei propri dipendenti. Sono sempre di più le imprese che organizzano i nidi aziendali, per permettere ai lavoratori con famiglia di poter ottimizzare i tempi nella cura dei propri figli evitando di dover scappare a prenderli o ad accompagnarli prima dell’inizio o alla fine del proprio turno lavorativo. Altre organizzazioni invece, accanto ai classici aumenti in busta paga, prevedono il rilascio di voucher per accedere a servizi ricreativi come il cinema o il teatro. Chi ha poi capitali da investire punta, ad esempio, ad aprire delle palestre all’interno delle strutture aziendali o degli altri punti di svago e ritrovo per i dipendenti che possono così rilassarsi e spezzare la monotonia giornaliera con brevi pause da 30 o 45 minuti. In questa prospettiva, le aziende diventano sempre più una “seconda casa” per il dipendente che vede aumentare oltre che la sua produttività anche il grado di fedeltà rispetto al proprio datore di lavoro. Il welfare aziendale è un tema che ha acquisito sempre maggiore rilevanza anche dal punto di vista normativo. In Italia, il Testo Unico sulle imposte e sui redditi e la legge di stabilità del 2016 hanno infatti previsto una serie di agevolazioni e defiscalizzazioni per le imprese che investono nel welfare dei propri dipendenti. Investimenti che risultano essere molto più redditizi di quelli sostenuti per i semplici aumenti di stipendio visto che quando un’impresa acquista un servizio per 50, 100 o 1000 dipendenti, ha una leva che il singolo acquirente non possiede riuscendo a pagare molto meno.
SCRIVANIE E SOTTOBOSCO. “The Spheres”, “Le Sfere”, è il nome dell’avveniristico progetto di welfare aziendale e di promozione dell’immagine corporativa che Amazon ha lanciato nelle ultime ore. Tre giganteschi globi di vetro colmi di vegetazione pluviale, quaranta mila specie vegetali importate da tutto il mondo, e spazi riservati ai dipendenti del colosso statunitense per meeting aziendali e pause di lavoro. Dai primi scatti rilasciati alla stampa, addentrarsi nelle sfere è come passeggiare in una serra gigantesca dal sapore decisamente amazzonico. Ogni dettaglio è curato in maniera maniacale, dai pavimenti in parquet alle correnti d’aria regolate in modo tale da creare differenti micro-climi all’interno della struttura. D’altronde non era lecito aspettarsi niente di meno dal lavoro dell’eccellente studio d’architettura Nbbj, tra i più importanti a Seattle. E così ai dipendenti Amazon sarà concesso, tra una sessione di lavoro e l’altra, di godere della fresca brezza delle sfere, magari sorseggiando un caffè lungo e ammirando il “living wall”, un monumentale muro verde che si erge in verticale e dove convivono diverse specie vegetali che normalmente non riuscirebbe a coesistere in natura. La progettazione e la costruzione delle sfere ha creato, nell’arco di 7 anni, ben 600 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Una parte delle sfere sarà poi aperta alle visite di eventuali turisti che volessero visitarne alcune zone, buona parte della struttura rimarrà invece appannaggio esclusivo dei dipendenti. Il complesso servirà anche da centro di reclutamento. John Schoettler, uno degli amministratori di Amazon, è convinto, infatti, che le sfere lasceranno un solco emotivo importante in tutti gli aspiranti che avanzeranno la propria candidatura per lavorare in Amazon. In questa prospettiva, le sfere rappresentano un plastico emblema della visione futuristica della compagnia di Seattle.