Un normale sabato mattina si è trasformato in un giorno di straordinaria follia. Un uomo dalla sua auto nera spara dei colpi di pistola. Sei le persone ferite. Tutti stranieri. Bloccato dalla polizia davanti al Monumento dei caduti, è sceso dall’auto, ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle, come riportano tutti i quotidiani locali, e ha fatto il saluto fascista. L’uomo arrestato è Luca Traini, ventotto anni, incensurato, candidato alle passate amministrative di Corridonia nelle fila della Lega Nord. E proprio il leader del Carroccio, Matteo Salvini, a condannare il gesto: «Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle, ma è chiaro ed evidente che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale».
SPIRALE DI VIOLENZA. «Non vedo l’ora di andare al governo – ha detto il leader leghista a margine della presentazione a San Lazzaro di Savena dei candidati della Lega – per riportare sicurezza, giustizia sociale, serenità in tutta Italia. Quindi nei termini previsti dalla legge, con la certezza della pena conto di riportare sicurezza e tranquillità nelle nostre città». Contro il segretario della Lega si scaglia Roberto Saviano: «Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini – scrive su twitter – Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro». Dello stesso avviso anche Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali che su Facebook ha scritto: «Chi, come Salvini, strumentalizza fatti di cronaca e tragedie per scopi elettorali è tra i responsabili di questa spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare al più presto. Odio e violenza che oggi hanno rischiato di trasformarsi in una strage razziale. Il nostro paese ha già conosciuto il fascismo e le sue leggi razziali. Non possiamo più voltarci dall’altra parte, non possiamo più minimizzare».
Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro.
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 3 febbraio 2018
ODIO VERSO GLI IMMIGRATI. È ancora da chiarire il legame della tentata strage di Macerata con l’omicidio di Pamela. Le zone in cui sono avvenute le sparatorie sono le stesse in cui si sono svolte le indagini sulla morte della ragazza romana di diciotto anni, uccisa tre giorni fa e il cui corpo è stato mutilato in più parti e ritrovato di due trolley abbandonati nelle campagne del maceratese. A proposito di questo triste fatto di cronaca Matteo Salvini aveva parlato di “morte di Stato” affidando il suo pensiero ad un lungo post su Facebook: «Immigrato nigeriano, permesso di soggiorno scaduto, spacciatore di droga. È questa la ‘risorsa’ fermata per l’omicidio di una povera ragazza di 18 anni, tagliata a pezzi e abbandonata per strada. Cosa ci faceva ancora in Italia questo verme? Non scappava dalla guerra, la guerra ce l’ha portata in Italia. La sinistra ha le mani sporche di sangue. Altra morte di Stato. Espulsioni, espulsioni, controlli e ancora espulsioni! La Boldrini mi accuserà di razzismo? La razzista, con gli italiani, è lei». Duri affondi a cui ormai siamo abituati in questo ring pre-elettorale che non fa sconti a nessuno, soprattutto agli immigrati. Un razzismo latente, celato dietro slogan da campagna elettorale, ma che può esplodere quando incontra una testa calda, rasata e riempita da vecchie ideologie.