«Poi “Sapore di sale” era un flash, un lampo di luce, uno stacco dalla realtà come dovrebbe essere una vacanza, che significa un allontanamento temporaneo dalle abitudini consolidate: che invece è una cosa che non si fa più, perché oggi vedi quei commendatori a Santa Margherita che parlano di affari al telefonino come se fossero a Milano». …E come nacque, nel 1963, questa canzone? «Eh, non è certo un caso se fu scritta a Capo d’Orlando, in una casa deserta vicino a una spiaggia deserta. Un posto splendido, lontano dal mondo. Avevo fatto una serata con il mio gruppo nell’unico locale del luogo; e lì i baroni Milio, siciliani, proprietari del locale, ci avevano invitati a fermarci quindici giorni portando le nostre famiglie. Sono cose lontane, munificenze d’antiche cortesie sicule». Così Gino Paoli, in una intervista al quotidiano La Stampa, raccontava la genesi di una delle sue più famose canzoni, ancora oggi colonna sonora dell’estate degli italiani:
https://www.youtube.com/watch?v=lWgJjtmr7Yk
Molto probabilmente la casa e la spiaggia erano deserte, ma in quelle serate siciliane l’autore di “Senza fine” avrà prestato orecchio alla radio o al jukebox ascoltando “Le rock de Nerval”,
canzone di Serge Gainsbourg, contenuta nel suo terzo album pubblicato nel 1961: rock’n’roll e chanson française perfetti per stenderci sopra un nuovo testo, per ricordare quei giorni felici, “che passano pigri e lasciano in bocca il gusto del sale”.