I BIG DEL ROCK. Di plagi, la storia del rock e delle canzonette è colma. Uno dei più clamorosi è quello dei Beach Boys: “Surfin’ Usa” è ispirata in maniera più che evidente a “Sweet Little Sixteen”, di Chuck Berry. Finì in tribunale, e i giudici dettero ragione a Chuck Berry che detiene i diritti del brano. I Beach Boys con quel pezzo, bandiera della West Coast degli anni Sessanta, si spinsero addirittura più in là: oltre alla musica anche il testo era più o meno copiato da “Kissin’ Time” di Bobby Rydell. Parliamo dei Beach Boys, bandiera di quella musica che dalla California invase il mondo. Non si può parlare di plagio per i Beatles, al limite sono stati loro a essere copiati, ma George Harrison confessò prima di morire che “I feel fine”, brano fondamentale nell’antologia dei Fab Four, era ispirata a un motivo di Bobby Parker. Non sono stati immuni dalla tentazione dal “copiare” neanche i Nirvana: quanti sanno che il riff di “Come As You Are”
è identico a “Eighties” dei Killing Joke?
I Pearl Jam, altra band protagonista della stagione grunge, hanno osato in modo clamoroso: la loro “Given To Fly”
presenta troppe assonanze con “Going to California” dei Led Zeppelin,
https://www.youtube.com/watch?v=BAQeZNjmJDA
cui anche un gruppo nostrano, i Negrita, ha ripreso l’intro di un loro celebre pezzo, “All my love”,
per farci “Brucerò per te”.