Comunque andranno le cose, la nave Aquarius è diventata il simbolo dell’Italia del cambiamento. Un Paese più sovranista che ha utilizzato 629 migranti per fare pressione su quell’Europa che «ci ha lasciato soli». Dunque, era giunto il momento, secondo il governo gialloverde, di «alzare la voce», di «dire no!», di «chiudere i porti» per fermare il traffico di vite umane. Ma dall’Ue nessun aiuto, solo critiche. La Spagna ritiene che il comportamento assunto dall’Italia sia «passibile di violazioni penali», il presidente francese Macron ha parlato di «cinismo e irresponsabilità» ed un portavoce di “En Marche” si è spinto a definire «vomitevole» il rifiuto del governo italiano ad accogliere l’Aquarius. Non si è fatta attendere la replica di Salvini che ha ricordato le azioni non proprio accomodanti della gendarmerie francese ai confini di Ventimiglia e Bardonecchia. Ma adesso dalle parole si passa ai fatti. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha annullato l’incontro a Parigi con il suo collega Bruno Le Maire e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore francese. Nel frattempo il ministero degli Esteri francese ha cercato di raddrizzare il tiro: «Siamo perfettamente consapevoli del peso che la pressione migratoria sta mettendo sull’Italia e degli sforzi che questo Paese offre».
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LA NOTA DELLA FARNESINA. La convocazione dell’ambasciatore francese è stata accompagnata da una dura nota della Farnesina secondo cui «il governo italiano auspica che le autorità francesi, fatte le opportune valutazioni, assumano rapidamente le iniziative idonee a sanare la situazione che si è venuta a creare. Consideriamo inaccettabili le parole usate nelle dichiarazioni pubbliche rese nella giornata di ieri a Parigi, anche a livello governativo, sulla vicenda della nave Aquarius. Simili dichiarazioni stanno compromettendo le relazioni tra Italia e Francia. I toni impiegati sono ingiustificabili, tenuto conto che da molti mesi ormai il nostro Paese ha pubblicamente denunciato l’insostenibilità dell’attuale situazione di latitanza di un approccio coordinato e coeso a livello europeo circa la gestione dei flussi migratori, rispetto ai quali l’Italia non si è mai tirata indietro». «Comprendo – ha sottolineato il ministro Moavero Milanesi – che anche uno Stato amico e alleato possa dissentire dalle posizioni di un altro Stato, ma tale dissenso dovrebbe essere espresso in forme e modi coerenti con tale rapporto di amicizia, in particolare tenendo a mente che anche in tempi recenti l’Italia non ha fatto mancare alla Francia il proprio aiuto per fornire la necessaria assistenza a persone migranti».
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LE PAROLE DI SALVINI AL SENATO. «I francesi fanno i fenomeni ma dal 1 gennaio al 31 maggio ha respinto alle frontiere 10.249 persone, comprese donne e bambini disabili». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna a parlare della vicenda Aquarius nel corso dell’informativa al Senato. «I francesci si scusino, non prendo lezioni di umanità. Quanto a solidarietà non ci devono insegnare niente. La nostra storia non merita di essere apostrofata in questi termini da esponenti del Governo francese». E aggiunge: «Ricordo poi che, sul fronte Nord Africa, paghiamo tutti l’instabilità portata proprio dai francesi in Libia e a sud della Libia. L’Italia oggi è tornata centrale e ha risvegliato l’Europa, spero che tutti i Paesi diano il loro contributo per l’obiettivo comune: difesa delle frontiere esterne, difesa del Mediterraneo». Nell’informativa al Senato Salvini ha anche fatto una richiesta specifica: «Macron passi dalle parole ai fatti e domani mattina accolga i 9mila migranti che si era impegnato ad accogliere». E sottolinea che la Francia ha accolto solo 340 dei 9.816 migranti che dovevano essere ricollocati in tre anni. E una battuta sull’intervento spagnolo: «Ringrazio il buon cuore del presidente Sanchez e la Spagna. Mi auguro che eserciti la sua generosità anche nelle prossime settimane». Secondo Salvini, inoltre, la navigazione fino a Valencia di due unità militari italiane insieme alla nave Aquarius per far approdare lì i 629 migranti avrà un costo economico per l’Italia, «ma se un atto simbolico, non di forza, servirà a far capire all’Europa questa situazione, saranno soldi ben spesi». Senza scuse ufficiali, aggiunge Salvini, Conte «fa bene a non andare a Parigi».