Donald Trump ha annunciato che gli Usa usciranno dal trattato sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari con la Russia (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty). «Finché qualcuno viola questo accordo, non saremo gli unici a rispettarlo»: Trump accusa Putin di non aver rispettato il trattato negli ultimi anni lamentando il fatto che gli Stati Uniti stanno rinunciando a sviluppare armi che invece Russia e Cina stanno producendo. L’accordo è una delle pietre miliari del disgelo che portò alla fine della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Un trattato firmato nel 1987 a Washington da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov per limitare il numero dei missili dispiegati in Europa. Grazie all’Inf furono distrutti 2.692 missili, 846 americani e 1.846 russi.
![Trump vuole uscire dal trattato sul nucleare firmato da Reagan e Gorbaciov nel 1987](https://pickline.it/wp-content/uploads/2018/10/Trump-vuole-uscire-dal-trattato-sul-nucleare-firmato-da-Reagan-e-Gorbaciov-nel-1987.jpg)
PERCHÉ TRUMP VUOLE RITIRARSI DALL’INF. «Porremo fine all’intesa che Mosca viola da anni», ha annunciato il presidente americano confermando le voci che erano circolate nelle ultime ore. Secondo il New York Times, in realtà, il motivo per cui gli Usa stanno considerando di ritirarsi dall’Inf ha più a che fare con la Cina, che non è vincolata a un trattato di cui non è firmataria e sta rafforzando la propria presenza militare nel Pacifico, investendo massicciamente nello sviluppo missilistico. E infatti Trump ha ipotizzato un nuovo accordo che coinvolga anche Pechino nella definizione di limiti allo sviluppo di armi nucleari. Una volta abbandonato l’Intermediate Range Nuclear Forces Treaty gli Stati Uniti cercheranno una nuova intesa con Russia e Cina, «altrimenti – ha minacciato Trump – anche noi cominceremo a sviluppare nuovi armamenti». Già Obama nel 2014 aveva denunciato ufficialmente la Russia per le continue violazioni dell’accordo, accusando Putin di dispiegare armi nucleari tattiche proibite per intimidire i Paesi dell’ex blocco sovietico avvicinatisi all’Occidente e alla Nato. Ma l’ex presidente degli Stati Uniti decise alla fine di non lasciare l’accordo Inf per non provocare un’escalation nei rapporti con Mosca e non innescare quella nuova corsa agli armamenti che adesso invece potrebbe ripartire.
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I TRATTATI TRA USA E RUSSIA. Da Mosca è arrivata la reazione del ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, che ha definito la decisione Usa «un passo molto pericoloso» aggiungendo che la decisione presa da Trump sarà «condannata» dalla comunità internazionale. Mosca non ritiene di aver violato gli accordi, e già in passato ha chiarito che i missili in questione non sono stati modificati o testati per entrare nella “fascia” proibita. Rilancia piuttosto le accuse: la responsabilità di una nuova corsa agli armamenti sta nell’abbandono di un altro grande trattato, l’Abm che poneva limiti ai sistemi strategici anti-missile (Anti-Ballistic Missile Treaty). George W. Bush si ritirò unilateralmente nel 2002 per poter sviluppare il cosiddetto “scudo spaziale” in Europa. L’installazione di un sistema di difesa anti-missile in Europa, attacca Mosca, consentirebbe agli americani di lanciare missili da crociera e droni armati equivalenti ai tipi di armamenti che l’Inf proibisce. Un altro trattato cardine tra Russia e Stati Uniti è il New Start (Strategic Arms Reduction Treaty) che pone un limite di 1.550, il più basso da decenni, testate nucleari strategiche concesse ai rispettivi arsenali, riduce il numero di missili schierati a terra e basati su sottomarini, e il numero di bombardieri strategici. Firmato nel 2010, è in scadenza nel 2021, con la possibilità di una proroga di cinque anni.