Sempre consigliate e, in alcune regioni, obbligatorie le mascherine potrebbero accompagnarci anche nella fase 2 dell’emergenza coronavirus. Tuttavia, trovarle è un’impresa e sono ancora molti i dubbi su quali scegliere: basta un semplice foulard per coprirsi il naso e la bocca o prediligere quelle filtranti? Il fattore più importante per scegliere una mascherina è il materiale.
Le mascherine di stoffa proteggono meno rispetto alle chirurgiche, anche se gli esperti le considerano “meglio di nulla”, in quanto comunque sono in grado di intrattenere le particelle virali emesse da chi è contagiato mentre proteggono poco in entrata. Ovviamente lo stesso discorso vale per sciarpe e foulard, in quanto buona parte della sicurezza dipende dall’aderenza al viso.
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Le mascherine chirurgiche sono migliori in quanto limitano la diffusione nell’ambiente di particelle potenzialmente infettanti bloccando almeno il 95% dei virus in uscita. Non hanno una funzione filtrante in fase inspiratoria, pertanto non proteggono chi le porta dall’inalazione di particelle aeree di piccole dimensioni (aerosol), ma forniscono comunque una minima protezione anche a chi la indossa da droplets (goccioline) pesanti nell’ordine circa del 20-30%. Ovviamente meglio quelle prodotte rispettando le norme CE e dei dispositivi medici.
Un buon compromesso sono le FFP1, che hanno un’efficacia filtrante del 80%. Proteggono gli altri, ma in buona parte anche se stessi. Quelle con la valvola non hanno invece funzione filtrante nella fase espiratoria, quindi indossandole si protegge se stessi ma non gli altri. Sono, dunque, sconsigliate.
Le mascherine FFP2 e FFP3 sono riservate ai medici e sanitari. Sono le più protettive ma per indossarle bisogna seguire precise istruzioni che competono appunto a chi opera nel settore sanitario. Esistono infine anche maschere in elastomeri o tecnopolimeri dotate di filtro sostituibile chiamate P2 o P3. L’efficienza filtrante di questi dispositivi è analoga a quelli delle FFP2 e FFP3, con il vantaggio di una migliore tenuta sul viso ma con un maggiore disagio dovuto all’incremento del peso.
La mascherina insomma può difendere gli altri se siamo asintomatici e in qualche modo può proteggerci dal contatto con gli altri se non riusciamo a mantenere la distanza consigliata di 1 metro. Inoltre, indossare una mascherina è un ottimo deterrente dal toccarsi naso, occhi e bocca visto che le mucose possono rappresentare la porta di ingresso al virus nel caso di contaminazione da contatto con le mani.
Ma bisogna ricordare che sono monouso, il che vuol dire che dovrebbero essere sostituite il più spesso possibile o lavate nel caso di quelle di stoffa, compatibilmente a quanto le usiamo e in quali ambienti. Poi c’è il problema dell’aderenza: l’efficacia delle mascherine dipende moltissimo da come si indossano e da quanto sono aderenti al viso. È sconsigliato avere la barba e bisogna fare attenzione ai bambini, che dovrebbero indossare mascherine di taglia adeguata al loro viso. Bisogna anche saperle mettere e togliere: il davanti non va mai toccato perché è la parte più contaminata e contaminante. Bisognerebbe sempre sfilarle toccando gli elastici. Le mascherine però non sono alternative alle altre misure di sicurezza come mantenere le distanze e lavarsi spesso le mani. Inoltre, indossare le mascherine non deve trasmettere un falso senso di sicurezza, come teme l’Organizzazione Mondiale della Sanità che non le ha consigliate a tutta la popolazione proprio per evitare che siano abbandonate altre precauzioni.