Liberi di spostarsi nella propria regione, di vedere gli amici, di andare al bar e al ristorante, dal parrucchiere e al centro estetico. Liberi di trasferirsi nelle seconde case purché si trovino nella stessa regione di residenza, di andare al parco e partecipare alle funzioni religiose. Ma obbligati a stare lontani almeno un metro, a indossare la mascherina al chiuso o nei posti affollati, e non fare assembramenti. Saranno così a partire da domani lunedì 18 maggio le prossime due settimane della fase 2 dell’epidemia da coronavirus, sempre tenendo d’occhio il monitoraggio del ministero della Salute che raccoglie i dati trasmessi dalle regioni sull’indice di contagio e sulla tenuta del sistema sanitario.
«Inizia questa nuova normalità in cui dovremo convivere col virus. Ora ci sarà maggiore autonomia e responsabilità per le Regioni. Più i contagi vanno giù e più possono aprire, più vanno su e più dovranno chiudere. Sarà tutto trasparente, anche le responsabilità saranno chiare», afferma il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. Le Regioni hanno ottenuto che le loro linee guida siano inserite nel testo del decreto a patto che queste ultime «tengano sotto controllo la curva epidemiologica».
Così da domani 18 maggio riaprono i negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, stabilimenti balneari, musei. Le linee guida sono state concordate con i governatori, saranno loro a decidere eventuali restrizioni se ci dovessero indicazioni negative rispetto alla curva epidemica. Qualora fossero individuati nuovi focolai di Covid-19 i sindaci e i governatori potranno chiedere al governo di emanare un provvedimento per la dichiarazione di «zona rossa». Da domani ripartono anche gli allenamenti individuali degli sport a squadre. Sarà possibile partecipare alle funzioni religiose.
Dal 25 maggio toccherà a palestre, piscine e centri sportivi, anche se in questo caso le regioni possono decidere una riapertura anticipata. Dal 3 giugno sarà libero lo spostamento tra le regioni e dunque ci si potrà muovere liberamente in tutta Italia e anche andare all’estero negli Stati che lo consentono, oppure rientrare in Italia dall’estero senza avere l’obbligo di rimanere 14 giorni in quarantena.
Infine dal 15 giugno si potrà andare al cinema, a teatro e si apriranno i centri ricreativi per i bambini. Questo il calendario deciso dal governo anche se ogni regione «può introdurre misure ampliative o restrittive» in maniera autonoma. Ma resta una «clausola di salvaguardia dello Stato», che in caso di risalita delle curva epidemiologica «può intervenire» qualora non lo facessero i governatori.