Mentre gli altri Paesi europei riaprono le frontiere per le vacanze, il Regno Unito ha previsto una severissima quarantena quasi tre mesi dopo il picco di contagi da Covid-19. In controtendenza con le decisioni prese o annunciate dai leader in Europa, come per esempio l’Italia che ha deciso a partire dal 3 giugno di sospendere il blocco dei viaggi internazionali, il governo Johnson ha confermato che istituirà un regime di due settimane di quarantena obbligatoria per tutti coloro, cittadini britannici, stranieri residenti e turisti, che dall’8 giugno prossimo entreranno nel Regno Unito. Dall’obbligo saranno esentati alcuni lavoratori (per esempio gli operatori sanitari, gli autisti di camion e i diplomatici) e i viaggiatori provenienti da alcune isole britanniche.
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La misura resterà in vigore per almeno tre settimane e prevede multe salatissime per i trasgressori. Chiunque arriverà via aria, terra o nave in Regno Unito, dovrà fornire un indirizzo dove si impegna a trascorrere le due settimane di isolamento. Qualora non rispettasse la quarantena, è prevista una multa salata di mille sterline che potrebbe diventare addirittura a cinque cifre in caso di recidività. Previste addirittura visite “fiscali” di poliziotti nei domicili forniti, scelti a caso delle autorità, e multe nei confronti di coloro che non compileranno i moduli all’ingresso. Agli stranieri che si rifiuteranno di fornire un indirizzo potrebbe essere negato l’ingresso sul suolo britannico e saranno espulsi coloro che si ostineranno a non rispettare le nuove regole.
Al momento nel Regno Unito i casi accertati di contagio da coronavirus sono più di 250mila, e più di 35mila i morti. Il ministro dell’Interno britannico Priti Patel ha detto che queste misure sono fondamentali per evitare «di importare casi dall’estero e quindi una seconda ondata di coronavirus». «Ora che siamo usciti dalla prima fase – ha spiegato il ministro – bisogna tenere basso il tasso di contagio e per questo dobbiamo limitare gli ingressi in questo momento».
Immediata la reazione della Francia che «deplora» la svolta del governo Johnson sugli ingressi in estate e, tramite il ministro dell’Interno Christophe Castaner si dice pronta ad adottare «misure di reciprocità» non appena il dispositivo britannico entrerà in vigore. C’è il sospetto che le misure adottate dal governo Johnson possano essere il pretesto per costringere britannici e residenti stranieri a restare in Regno Unito durante l’estate, in modo da sostenere il turismo locale e risollevare in parte l’economica britannica.
Restano molti dubbi sull’utilità di questi provvedimenti, anche perché il Regno Unito ha cambiato molte volte idea sulla gestione dell’emergenza. Durante le prime settimane della crisi legata al coronavirus, la posizione del governo britannico aveva fatto tanto discutere perché orientata a non fermare il Paese cercando di raggiungere l’immunità di gregge. La grande crescita dei casi confermati, dei ricoveri e delle morti causate dal virus avevano tuttavia costretto Johnson ad imporre misure simili a quelle in vigore in Italia.