Oltre quattro milioni di euro più Iva per 285 posti letto. Cioè circa 160 euro al giorno a migrante, ovvero circa 4.800 euro di spesa mensile per ogni ospite a bordo. È il costo previsto dal governo per l’affitto di nuove navi per l’accoglienza dei migranti «soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi nell’ambito dell’emergenza» coronavirus.
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La procedura è di quelle abbreviate, tipica del periodo emergenziale. Poi entro 24 ore dalla stipula del noleggio l’armatore dovrà far arrivare le navi sulla costa meridionale della Sicilia, pronte ad ospitare i migranti appena sbarcati. I mezzi, in base all’allegato tecnico, tra le altre cose dovranno essere in grado di effettuare trasbordi, avere cabine sufficienti a ospitare 250 migranti (possibilmente a uso singolo), un’area controllata di confinamento per almeno dieci migranti con sintomi da Covid-19 e la disponibilità di dieci cabine singole (con bagno indipendente) per i 35 operatori responsabili dell’assistenza sanitaria. La scadenza del contratto è prevista per il 31 ottobre, salvo proroghe o cessazione anticipata dello stato di emergenza. Costo totale dell’operazione per 101 giorni: euro 4.037.475,00 oltre Iva. Di cui 3 milioni per il noleggio e 1 milione da versare in «in funzione del numero di migranti effettivamente ospitati».
Il costo delle strutture a terra, in base agli avvisi pubblicati dal ministero dell’Interno, è di 30-40 euro al giorno per migrante. Facendo un paragone tra i costi delle due opzioni – nave e strutture a terra – emerge con chiarezza la sproporzione: moltiplicando 40 euro (la punta alta del range per le strutture a terra) per il massimo del numero consentito di migranti e team di assistenti in una nave (285) si ottiene 11.400, che moltiplicato per 101 giorni di affitto dà 1.151.400 euro. Ovvero ben al di sotto dei 3.030.000 del corrispettivo dovuto come costo fisso per la nave, un milione di euro al mese.
Ospitare gli immigrati positivi a bordo delle navi è la nuova frontiera della lotta al coronavirus. Nei giorni scorsi diversi casi sono stati registrati sia in Calabria che in Sicilia, e i rispettivi governatori temono che il contagio di importazione possa vanificare gli sforzi fatti fino ad ora per debellare il virus. Ma se da più parti si chiede di bloccare gli sbarchi, per ora il governo si preoccupa di trovare una sistemazione a chi è già arrivato e chi presto arriverà. I centri dislocati sul territorio hanno evidenziato non pochi problemi, tra cui le diverse fughe di stranieri sottoposti a quarantena obbligatoria. Da qui l’idea di utilizzare le grosse imbarcazioni.