Kamala Harris, 55 anni, senatrice della California dal 2017, è stata scelta come vicepresidente dal candidato democratico Joe Biden in caso di vittoria alle presidenziali Usa del prossimo autunno. È la prima donna afroamericana candidata alla vicepresidenza nella storia degli Stati Uniti, e la terza donna in generale. «Una combattente senza paura per i più deboli, e una dei migliori servitori pubblici del paese» ha scritto Biden su Twitter.
I have the great honor to announce that I’ve picked @KamalaHarris — a fearless fighter for the little guy, and one of the country’s finest public servants — as my running mate.
— Joe Biden (@JoeBiden) August 11, 2020
Il suo profilo politico è di tutto rispetto: ha proposto tagli alle tasse per la classe media, la riforma della polizia e la trasformazione del linciaggio in reato federale. La decisione di Biden è arrivata dopo settimane di attesa e ipotesi, ma non è stata particolarmente spiazzante: nonostante le molte alternative possibili e le molte persone vagliate da Biden, Harris è stata sempre considerata la scelta più probabile e meno rischiosa. «Sono onorata — ha detto la senatrice — di unirmi a lui come candidato vicepresidente del nostro partito. Joe Biden può unire il popolo americano perché ha passato la vita a combattere per noi. E come presidente, costruirà un’America all’altezza dei nostri ideali».
Harris, che prima di essere senatrice era stata procuratrice distrettuale di San Francisco e poi procuratrice generale della California, è una delle persone più note e popolari del Partito Democratico e aveva sfidato Biden alle primarie. Figlia di una scienziata Tamil e di un professore di economia giamaicano, si considera «una donna di colore». Dopo gli studi alla Howard University, una facoltà di Washington tradizionalmente a maggioranza nera dove si laureò in scienze politiche ed economia, tornò in California per prendere un dottorato in legge e cominciare la sua carriera come procuratrice distrettuale.
Nel 2016, l’anno della vittoria di Trump, conquista il Senato americano e subito dichiara ‘guerra’ al tycoon, che a suo avviso «non è l’America» o almeno la sua America. In Senato il prestigio e la sua statura politica si affermano immediatamente: i suoi ‘interrogatori’ all’ex ministro della Giustizia Jeff Sessions durante varie audizioni diventano virali e la accreditano davanti a un pubblico democratico a caccia di un volto nuovo per il partito. Da qui la decisione di provare a correre per la Casa Bianca.
Ha partecipato alle primarie presentandosi come la rappresentante degli afroamericani e delle altre minoranze. Aveva iniziato con il botto, il 27 gennaio 2019: un comizio-evento con circa ventimila persone a Oakland, la sua città natale. Per qualche mese era sembrato che potesse diventare l’astro dei democratici. Il suo momento migliore, forse, risale al 27 giugno 2019, quando affondò proprio Biden, in un dibattito televisivo tra candidati. Kamala rinfacciò all’ex presidente di aver ostacolato, in un lontano passato, il cosiddetto «busing», il servizio bus che trasportava i bambini e i ragazzini afroamericani nelle scuole di altri quartieri per favorirne l’integrazione. La luce di Kamala, però, si è spenta rapidamente. Si è ritirata il 3 dicembre, senza partecipare neanche a una prova elettorale.
Nonostante la grande spinta iniziale, e nonostante il momento politico per certi versi favorevole per la candidatura di una donna nera, la campagna elettorale di Harris perse nel giro di qualche mese la sua forza. Da candidata favorita all’inizio del 2019, alla fine dell’anno era ormai molto indietro nei sondaggi. Secondo gli analisti, la campagna elettorale di Harris era particolarmente disorganizzata, con uno staff politico più interessato a competere per il potere decisionale, e lei non era riuscita ad assumere posizioni chiare e forti sui temi fondamentali, mantenendosi spesso a metà tra la corrente più moderata e quella più radicale del partito. Finì quindi che gli elettori più di sinistra le preferirono Sanders e Warren, mentre quelli più moderati Biden, Buttigieg e Klobuchar.