La seconda ondata di coronavirus che sta interessando tutta l’Europa, e anche il nostro Paese, avrebbe avuto origine in Spagna. E sarebbe riconducibile all’estate. Un team internazionale di scienziati ha seguito il virus SARS-CoV-2 attraverso le sue mutazioni genetiche: lo studio evidenzia che la seconda ondata di contagi ha avuto origine a giugno da un focolaio tra i lavoratori agricoli nel nord-est del Paese e si è poi diffuso rapidamente nelle settimane successive nel resto d’Europa da persone di ritorno dalle vacanze.
L’analisi, riportata dal Financial Times, ha identificato una variante del virus chiamata 20A.EU1. Poiché ogni variante ha la sua firma genetica, può essere fatta risalire al luogo in cui ha avuto origine. Questa, in particolare, si è diffusa rapidamente in gran parte dell’Europa e ora rappresenta la maggior parte dei nuovi casi di Covid-19 in diversi Paesi e oltre l’80% nel Regno Unito. I ricercatori non si esprimono sulle caratteristiche di questa variante, per ora si sono “limitati” a individuarla. Tutti i virus sviluppano mutazioni, cambiamenti nelle singole lettere del loro codice genetico che possono raggrupparsi in nuove varianti e ceppi. Aiutano a tracciare la storia di un virus a livello temporale e spaziale, ma sono variantiche non determinano per forza cambiamenti rilevabili nella trasmissibilità o patogenicità dello stesso SARS-CoV-2.
La prima mutazione studiata in maniera completa è quella che distingue il ceppo originario cinese da quello europeo arrivato in inverno in Germania e Italia. È stata chiamata D614G e si ritiene che renda il virus più contagioso. Alcuni ricercatori, in un recente studio su Nature, hanno dimostrato che questa mutazione aumenta la carica virale nel tratto respiratorio superiore dei pazienti Covid-19 e può aumentare la trasmissione. La nuova variante, invece, ha sei mutazioni genetiche distintive, è emersa tra i lavoratori agricoli nel nord-est della Spagna a giugno e si è spostata rapidamente attraverso la popolazione locale, secondo lo studio. Poi è stata introdotta più volte in diversi Paesi dai turisti di ritorno dalle vacanze.
La ricerca ha mostrato che la nuova variante rappresentava più di otto casi su 10 nel Regno Unito, l’80% dei casi in Spagna, il 60% in Irlanda e fino al 40% in Svizzera e Francia. I ricercatori hanno concluso che il «comportamento rischioso dei vacanzieri in Spagna ha contribuito alla diffusione della nuova variante». Le persone di ritorno dalle vacanze in Spagna hanno svolto un ruolo chiave nella trasmissione del virus in tutta Europa.