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Ortodonzia pediatrica: «Carie e malocclusioni i disturbi più frequenti nei bambini»

Giusy Bottari di Giusy Bottari
Dicembre 29, 2020
in Salute
Tempo di lettura: 5 mins read
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Ortodonzia pediatrica: «Carie e malocclusioni i disturbi più frequenti nei bambini»

Una corretta igiene orale, unita ad abitudini alimentari salutari, permette di salvaguardare la salute dei denti dei piccoli pazienti, a partire dai denti da latte sino ad arrivare alla dentizione definitiva. La prevenzione riveste un ruolo fondamentale nel campo dell’ortodonzia pediatrica. Un esame relativo alle funzioni masticatorie e all’occlusione nel bambino consente di evidenziare eventuali malocclusioni o anomalie scheletriche. Queste alterazioni, se rilevate durante il periodo di crescita, possono essere corrette mediante l’utilizzo di apparecchi ortodontici, evitando il ricorso ad eventuali estrazioni o alla chirurgia. La terapia ortodontica intercettiva precoce, se necessaria, consente di evitare lunghi trattamenti ortodontici in età adolescenziale o adulta. Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Cristina Vitale, consulente in ortognatodonzia ed odontoiatria infantile presso diversi studi in Sicilia e a Roma, e membro dell’Asio (associazione specialisti italiani ortodonzia).

Cos’ è la pedodonzia?
«La pedodonzia o ortodonzia pediatrica si occupa di prevenire e curare le patologie odontostomatologiche del paziente in età evolutiva, dai 2 ai 16 anni. In particolare si rivolge alla prevenzione delle lesioni cariose attraverso il suggerimento di una dieta corretta, di applicazioni di fluoro, di sigillatura dei solchi, educazione all’igiene orale. Controlli odontoiatrici periodici già a partire dai primi anni di vita sono quindi indispensabili all’individuazione di eventuali problemi. L’odontoiatra, visitando il piccolo paziente, inoltre sarà in grado di diagnosticare e classificare la tipologia di malocclusione e programmare di conseguenza i trattamenti che saranno tanto più efficaci quanto tempestivo sarà l’intervento. Il tutto viene però realizzato grazie all’attenta collaborazione con i piccoli e i loro genitori».

LEGGI ANCHE: Coronavirus e ortodonzia: «È importante curare l’igiene orale in presenza di apparecchi ortodontici»

Quali sono i disturbi più frequenti nei bambini?
«Le patologie più frequenti che si riscontrano nel cavo orale dei bambini sono la carie e le malocclusione. L’alimentazione del bimbo è spesso sbilanciata verso i carboidrati, sia per il suo bisogno di energia immediata, sia per il sapore piacevole e la facilità di masticazione. Questi comportamenti e scelte aumentano le probabilità di formazione della carie. Evitare, dunque, caramelle e lecca lecca, cioccolato e dolciumi. O comunque bisogna lavarsi i denti subito dopo. La malocclusione, invece consiste in un’errata chiusura tra arcata superiore e arcata inferiore dei denti. Prima di tutto, è bene ricordare che le malocclusioni dentali non sono un fenomeno esclusivo dell’infanzia: solitamente si presentano nei primi anni di vita ma se non trattate creano seri problemi in età adulta».

Da cosa sono causate e come si possono prevenire le malocclusioni?
«In base ai fattori che le causano, le malocclusioni possono essere divisi in due grandi macro categorie: le malocclusioni geneticamente determinate e le malocclusioni legate ad abitudini viziate. La malocclusione geneticamente determinata è determinata da fattori e pattern di crescita ereditati, come per esempio una mandibola molto grande, un mascellare troppo stretto, la mancanza di uno o più elementi dentari o la presenza di elementi dentali anomali. La malocclusione legata ad abitudini viziate si instaura, invece, a seguito di abitudini quotidiane che il bambino ha appreso e ha automatizzato, come il succhiamento del ciuccio o del dito, la respirazione orale, l’interposizione del labbro o della lingua tra i denti. Spesso le malocclusioni presenti nei bambini sono il risultato di un mix tra fattori ereditari e abitudini viziate, come il morso aperto e il morso incrociato, le cui cause possono essere ossee (la crescita dell’osso mascellare non è avvenuta correttamente) oppure possono essere causate dall’uso prolungato del ciuccio o dalla suzione del dito. Si possono prevenire incentivando l’allattamento al seno, al fine di favorire un corretto sviluppo dei mascellari, e riducendo al minimo l’uso del ciuccio soprattutto dopo i due anni di età. Altre volte, purtroppo, non è possibile prevenire le malocclusioni: quando sono causate da problemi genetici, ossei o dentali è impossibile prevedere la loro comparsa o evitare che si manifestino».

Come si diagnostica una malocclusione dentale?
«A meno di un grave ed evidente disallineamento del viso, è difficile che questa patologia venga diagnosticata già nelle prime fasi. Controlli odontoiatrici periodici già a partire dai primi anni di vita sono quindi indispensabili all’individuazione di eventuali problemi. Più tempestiva sarà la diagnosi, più efficace sarà l’intervento. Nella mia esperienza quotidiana mi avvalgo di uno scanner intraorale che riproduce in 3D i denti e i tessuti molli in modo da valutare con precisione la salute della bocca. I piccoli pazienti non devono più preoccuparsi delle impronte dei denti: i fastidi e quel senso di soffocamento dato dalle paste in alginato sono un lontano ricordo del passato. La tecnologia digitale permette a noi clinici di avere immediatamente disponibili quelle informazioni che solitamente dovremmo aspettare dalla fabbricazione del modello in gesso e ai pazienti garantisce un comfort ottimale. Inoltre in caso di errori nella rilevazione delle impronte digitali, possiamo correggere le immagini in pochi secondi senza dover ripetere la poco piacevole procedura con la pasta. Sicuramente un ulteriore e non scontato vantaggio è l’estrema precisione che ci permette di creare apparecchi personalizzati».

LEGGI ANCHE: Bruxismo, malocclusioni e disfunzioni della mandibola: quali bite scegliere?

Come si interviene?
«Il trattamento più appropriato dipende dall’entità della malocclusione. Solitamente si interviene con un apparecchio ortodontico di tipo fisso o mobile, il quale nel corso di diversi mesi o anni è in grado di modificare i rapporti tra le arcate fino alla completa scomparsa di malocclusione. Nei casi molto gravi, o qualora siano comparse complicanze importanti, l’utilizzo degli apparecchi ortodontici diventa insufficiente ed è indicato un intervento chirurgico di correzione».

A che età bisogna fare la prima visita?
«La regola è “primo dente – prima visita”, ma la difficoltà nel visitare bimbi molto piccoli e la necessità di costruire un rapporto con loro ci fa propendere nel suggerire di programmare la prima visita tra i due anni e mezzo e i tre anni. Il motivo principale è la relazione: un bimbo che non ha dolore ai denti è più semplice da approcciare e la possibilità di parlare di prevenzione con lui e con i genitori è fondamentale per una crescita in salute della sua bocca. Alcuni suggerimenti per la prima visita sono: prendere l’appuntamento il mattino presto, quando il bambino è più riposato e di conseguenza collaborativo, far indossare al figlio il vestito che gli piace di più e lo rende felice, associare la visita ad un evento piacevole».

È importante prendersi cura dei denti da latte?
«Da quando compare il primo dentino bisognerebbe lavarlo sia alla mattina che alla sera con uno spazzolino specifico per bambini di età inferiore ai 2 anni, con un delicato movimento circolare. Lo spazzolino deve avere una testina molto piccola, con setole morbide e dalla punta arrotondata, e un manico lungo e arrotondato per permettere ai genitori di maneggiarlo facilmente. Ma è importante prendersi cura del cavo orale dei bambini ancor prima che l’eruzione dei dentini da latte abbia inizio, pulendo delicatamente le gengive con una garzina inumidita dopo ogni pasto. Una volta cresciuti tutti i denti da latte, è importante spazzolarli almeno dopo i pasti principali per 2 minuti. Si pensa erroneamente che i denti da latte non richiedano cure e controlli e che, una volta caduti, anche se cariati o rovinati, non si presentino problemi per i denti definitivi. Al contrario, i denti da latte sono molto importanti per la masticazione e per uno sviluppo sano delle ossa mascellari e della seconda dentizione: se la carie procede può arrivare a interessare la polpa, l’osso alveolare e danneggiare irrimediabilmente il germe del dente permanente, essendo a stretto contatto con esso. Ed infine fanno da “spaziatori” per i denti permanenti permettendo loro di crescere sani e forti. Se un dente da latte cariato deve essere estratto, il posto del dente permanente non è più garantito e c’è il rischio che vengano compromessi l’allineamento e la corretta masticazione dei denti definitivi».

Tags: BambiniCarieMalocclusioneMalocclusioni dentaliOrtodonzia pediatricaPedodonzia
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