In estate gli italiani potrebbero dire finalmente addio alle mascherine all’aperto ma tutto dipenderà dal ritmo delle vaccinazioni. «Spero di ammainare il prima possibile queste mascherine. Dove le stanno levando non sta succedendo nulla. Guardiamo quello che sta accadendo in altri Paesi, in Israele. Guardiamo a Stoccolma a Londra», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini. Ma sull’ipotesi di levarle ad agosto, quando anche la fascia dei quarantenni avrà ricevuto in gran parte la prima dose di vaccino, il premier Mario Draghi smorza gli entusiasmi: «Manteniamo ancora le mascherine e rispettiamo il distanziamento».
Era stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ad annunciare un addio alle mascherine all’aperto già in agosto. «Il nostro piano vaccinale è arrivato oggi a circa 30 milioni di dosi di vaccino. Proseguendo con questo ritmo, ad agosto avremo oltre 70 milioni di dosi» inoculate «e oltre 20 milioni di italiani saranno vaccinati». Dunque, dice Costa, è «ragionevole dare delle prospettive ai cittadini. D’altronde, se continuiamo a sostenere giustamente che il vaccino è l’unica via d’uscita per questa pandemia, con coraggio e chiarezza dobbiamo anche intravedere un periodo in cui all’aperto possiamo iniziare a pensare di togliere le mascherine. E io credo che ad agosto, con le dosi somministrate, si potrebbe fare questa valutazione».
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Finora il progressivo ritorno alla normalità non ha toccato l’obbligo delle protezioni sul viso che le autorità sanitarie continuano a ritenere necessario per il controllo della diffusione del virus. Sono in corso ragionamenti dentro il Comitato tecnico scientifico su quando sarà possibile, numeri alla mano, abbandonare le mascherine almeno all’aperto. Ma per arrivare a una decisione in merito bisognerà raggiungere una quota di vaccinati tale da porre il Paese al riparo da nuovi focolai di coronavirus.
«I Cdc americani dicono già da tempo che tra vaccinati si potrebbe eliminare la mascherina. Accanto a questo ci sono elementi empirici certi, come ad esempio quello che è accaduto in Israele dove ci sono stati studi su eventi all’aperto senza mascherina, nei quali sono stati riscontrati pochi contagi», afferma Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma. «Ma questo perché hanno raggiunto il 60% della prima dose a tutta la popolazione e il 40% per la seconda dose. Al di sopra di una certa soglia, che ragionevolmente è quella del 50% di vaccinati, potremmo allargare le misure e anche togliere la mascherina. Ma serve comunque buon senso».
Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri concorda sull’elemento chiave della percentuale di immunizzati. «Non può essere fornita una data, semmai un numero, quando sarà raggiunto il 50% della popolazione vaccinata con almeno una dose si potrà fare come stanno facendo negli Usa». A detta di Sileri si procederà progressivamente. «Rimarrà l’obbligo al chiuso, ma in un luogo in cui sono presenti tutte persone vaccinate la mascherina potrà essere tolta». Ma attenzione «perché, se arriva una variante più cattiva, poi dovremmo fare un passo indietro, ma ormai è acclarato che il rischio di contagio è di gran lunga inferiore all’aperto».
«Se i numeri continueranno ad andare nella direzione che hanno preso si potrà aprire una riflessione». È la conferma che arriva dal presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Franco Locatelli. Sull’orizzonte temporale del mese di agosto una anticipazione non c’è dal momento che bisognerà in ogni caso seguire «la stessa prudenza che contraddistingue le parole del presidente del Consiglio», nel segno cioè della gradualità delle decisioni. Quanto invece all’uso delle mascherine al chiuso da parte di persone già vaccinate, per Locatelli «se si ha a che fare con persone che hanno completato il ciclo di vaccinazione e non presentano particolari fragilità» il superamento dell’obbligo della mascherina «è qualcosa che può essere considerato». La priorità, per ora, è tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus.