«Con i voti positivi dei parlamenti dell’Austria e della Polonia, tutti i 27 Stati membri hanno completato il processo parlamentare per l’approvazione della decisione sulle risorse proprie»: l’atto giuridico necessario per consentire alla Commissione Ue di andare sui mercati a reperire le risorse per il Recovery fund. Lo annuncia su Twitter il commissario europeo per il Bilancio, Johannes Hahn. «Sono fiducioso che tutti i passaggi rimanenti possano essere finalizzati già a maggio, il che ci consentirebbe di dare il via al Next Generation Eu già a giugno».
Ratificare la “decisione sulle risorse proprie” è necessario per potere accedere ai fondi del Recovery fund, cioè il principale strumento comunitario per bilanciare la crisi innescata dalla pandemia da coronavirus. Ciascun parlamento nazionale doveva, indicativamente entro la fine di giugno, ratificare la legge in modo che la Commissione Europea abbia le garanzie economiche per ottenere sui mercati finanziari il prestito da 750 miliardi di euro che finanzierà il Next Generation Eu.
Per mesi, da opposte fazioni, hanno ostacolato l’accordo finale sul Recovery fund. E adesso che il fondo anticrisi dell’Ue è pronto a partire, sono gli ultimi a consegnare i loro piani nazionali a Bruxelles e a completare il processo di ratifica delle risorse proprie. Parliamo dei big dei frugali, Olanda e Austria, ma anche della Polonia, che con gli alleati del gruppo di Visegrad ha minacciato di far saltare il tavolo per via del meccanismo sullo Stato di diritto.
La Polonia è uno dei principali beneficiari dello strumento, con 58,7 miliardi fra prestiti e sussidi. Eppure nelle scorse settimane c’erano state molte discussioni all’interno del governo guidato dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS) sull’approvazione della decisione. Il partito di destra Polonia Unita, uno dei due alleati di governo di PiS, si era detto contrario all’approvazione soprattutto per via della clausola del Next Generation EU che vincola l’erogazione dei fondi al rispetto dello stato di diritto: un problema enorme per uno stato semi-autoritario come la Polonia. Alla fine Polonia Unita ha votato contro, ma l’accordo è stato ratificato grazie ai voti del partito di opposizione Lewica (“La Sinistra”), secondo cui la Polonia non poteva permettersi di fare a meno dei fondi del Next Generation EU.
I fondi Ue non saranno erogati tutti subito. È previsto un anticipo fino al 13 % del contributo totale, che per l’Italia vuol dire oltre 20 miliardi, al momento dell’approvazione del piano. L’aspettativa è che il pre-finanziamento arrivi a luglio per alcuni Paesi tra cui l’Italia e a settembre per altri. Poi per ottenere le tranche successive l’Italia, così come tutti gli Stati membri, dovrà dimostrare di avere raggiunto gli obiettivi di riforma e di attuazione dei progetti concordati con la Commissione. Le verifiche saranno semestrali e anche gli esborsi.