Aperture sì, ma con prudenza. Nonostante i contagi siano in calo per Mario Draghi non è ancora arrivato il momento di “rilassarci” completamente: ecco perché nelle intenzioni del premier ci sarebbe quella di prorogare lo stato d’emergenza che scadrà il 31 luglio fino alla fine dell’anno. Troppe le variabili da considerare: campagna vaccinale non terminata, varianti Covid, rientro dalle vacanze.
Segnali diversi erano arrivati negli scorsi giorni da alcuni esponenti di governo. Il ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista alla Stampa, aveva detto: «Non abbiamo ancora deciso, ci sarà una valutazione, 45 giorni durante una pandemia sono un tempo notevole per poter fare previsioni. Ma sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza, dare un segnale positivo al Paese» Il leader delle Lega, Matteo Salvini usa al momento toni pacati ma la sua posizione è chiara: «Non abbiamo ancora parlato con Draghi ma a mio avviso non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza. Credo sarebbe un bel messaggio, come dire il peggio è passato».
Ma far scadere lo stato d’emergenza (in vigore dal 31 gennaio 2020 e prorogato per cinque volte) significherebbe rinunciare agli strumenti con cui è stata gestita finora la pandemia da coronavirus. Innanzitutto la possibilità di adottare Dpcm (ormai piuttosto rari) e decidere nuove eventuali restrizioni alla vita sociale nel caso si verificasse una nuova impennata dei contagi. Lo stato d’emergenza include poi le strutture straordinarie dedicate al contrasto del coronavirus: il Comitato tecnico scientifico e la struttura commissariale per l’emergenza Covid-19 guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo.
Anche se mancano 45 giorni alla scadenza (prevista per il 31 luglio) a Palazzo Chigi considerano perciò scontata la proroga dello stato d’emergenza. La campagna vaccinale non ha ancora raggiunto la copertura di sicurezza: secondo le previsione di Figliuolo si arriverà alla cosiddetta immunità di gregge, con l’80% della popolazione vaccinata, a settembre.
Resta poi il nodo approvvigionamenti e la questione relativa una terza dose di somministrazione. Dopo lo stop di AstraZeneca agli under 60, le regioni hanno sollecitato un rinforzo delle scorte di Pfizer e Moderna. Anche se i contagi seguono una curva discendente, resta l’allerta sulla variante Delta che ha provocato uno slittamento del rientro alla normalità della Gran Bretagna. Insomma, non è certo arrivato il tempo di dichiarare finita la pandemia. Per questo il Governo prorogherà lo stato d’emergenza che potrebbe arrivare fino a fine 2021.