Prima l’Italia, poi la Germania. L’obiettivo è di non far disputare le semifinali e le finali di Euro 2020 in Inghilterra. Ieri la proposta di Mario Draghi di spostare finale e semifinali degli europei «n un altro Paese dove i casi di coronavirus non sono in aumento». Oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel ha rilanciato le parole del premier italiano, se possibile andando anche oltre: «La Gran Bretagna è una zona a rischio variante del virus. Tutti quelli che arrivano da lì devono stare 14 giorni in quarantena e le eccezioni sono davvero pochissime. Io credo, anzi non credo, spero che la Uefa agisca in modo responsabile. Non troverei positivo che ci fossero stadi pieni lì».
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Boris Johnson sta facendo il massimo per non farsi strappare le finali di Euro2020. Il governo inglese e Uefa hanno trovato l’intesa per aumentare fino al 75% la capienza di Wembley (quindi oltre 65mila spettatori) non solo per la finalissima dell’11 luglio, ma anche per le due semifinali del 6 e 7 luglio. Val la pena sottolineare che appena una settimana fa la capienza dell’impianto londinese era stata portata da 22mila a oltre 40mila persone per venire incontro alle esigenze dell’Uefa. Decisione che anticipa il “liberi tutti” previsto inizialmente per il 21 giugno e poi rimandato al 19 luglio a causa della diffusione della variante Delta del coronavirus.
Non sono stati ancora forniti dettagli su come i tifosi dall’estero potranno partecipare senza doversi sottoporre a quarantena dopo l’arrivo a Londra. La quarantena di 10 giorni (riducibili a 5) prevista nel Regno Unito per tutti gli arrivi dall’Europa (Islanda esclusa), è proprio uno dei principali problemi per la Uefa. Non solo per i tifosi, ma anche per i 2500 delegati, vip, rappresentanti sponsor che non vuogliono sottoporsi a un autoisolamento di almeno 5 giorni.
Per il momento però le norme anti Covid nel Regno Unito rimangono queste, e perciò i tifosi che vorranno venire dall’Italia per tifare gli azzurri il 29 giugno a Wembley contro l’Austria, devono mettersi in viaggio il prima possibile per provare a essere liberi dalla quarantena oltremanica dopo 5 giorni e due costosi test molecolari, al secondo e quinto giorno per un totale di almeno 200 euro incluso quello alla partenza. E in ogni caso, poi sarebbero costretti a un’ulteriore quarantena di 5 giorni al rientro in Italia, come da recente decreto del ministro della Salute Roberto Speranza.