Entro la fine di agosto il Green pass potrebbe diventare obbligatorio per viaggiare su navi, aerei e treni. Il governo già la prossima settimana avvierà la discussione sulle vaccinazioni del personale scolastico e dei lavoratori, ma fisserà anche una data per imporre a chi utilizza i mezzi di trasporto a lunga percorrenza di salire a bordo solamente con la certificazione verde. Secondo il Corriere della Sera, l’obbligo dovrebbe escludere i mezzi di trasporto pubblici locali. Ed è per questo che il governo chiederà alle amministrazioni di potenziare il numero di mezzi e corse.
L’obiettivo è quello di cercare di evitare quello che si è verificato l’estate scorsa, quando a causa del ritorno dei vacanzieri la curva epidemiologica si era impennata. La scelta di non cominciare il 6 agosto, come per tutte le altre attività, è stata fatta per evitare disagi a chi aveva già prenotato e avrebbe rischiato di dover annullare i viaggi. Ma i dati dei contagi non sono incoraggianti, mostrano una risalita veloce dovuta alle varianti, tanto da convincere il governo della necessità di agire per fermare la nuova ondata in vista della ripresa di settembre ed evitare che gli studenti siano nuovamente costretti alla didattica a distanza.
Come avviene per gli altri luoghi pubblici, in alternativa alla prima dose, si potrà presentare un tampone negativo. Una procedura che eviterebbe a chi viaggia in aereo e rientra in Italia di sottoporsi a un doppio tampone o alla quarantena. L’ipotesi più probabile è che scatti nell’ultima decade di agosto quando si registra il maggior numero di rientri dalle vacanze.
Poi il governo dovrà sciogliere il nodo scuola, e l’obbligo o meno di vaccinazione per il personale docente. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi incontrerà i sindacati per trovare una soluzione. L’obiettivo è quello di evitare di ricorrere nuovamente alla Dad e assicurare che la ripresa della scuola non presenti gli stessi problemi dello scorso anno legati ai focolai nelle aule.
Se Confindustria valuta l’obbligo per le aziende private, i nodi relativi al pubblico impiego sono più difficili da sciogliere. Anche tenendo conto che lo stato di emergenza prorogato fino al 31 dicembre prevede la possibilità di lavorare in smart working e dunque si vuole evitare il rischio che chi decide di non vaccinarsi chieda di rimanere a casa. Alcuni esperti giuslavoristi hanno chiarito che esistono strumenti normativi in vigore, tali da obbligare i dipendenti al vaccino, ma il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha escluso la possibilità di «scelte unilaterali», e per questo dovrà essere stabilito un percorso con i rappresentanti di categoria.