È iniziata la settimana più calda dell’estate 2021. Nelle prossime ore è attesa una nuova ondata di calore che interesserà tutta la penisola, ad esclusione dell’area nord-ovest. Previsti picchi di temperature anche tra i 47-48 gradi al Sud e sulle due isole maggiori. E i primi segni tangibili di questa nuova ondata di calore si avranno già oggi con 8 città da bollino rosso (Bari, Campobasso, Latina e Roma, Frosinone, Palermo, Perugia e Rieti).
Il bollino rosso viene utilizzato nel bollettino delle ondate di calore del ministero della Salute per contrassegnare i centri urbani dove si registra il massimo livello di rischio caldo per tutta la popolazione, non solo quindi solo per le fasce più deboli come malati e anziani come invece indica il bollino arancione. Quest’ultimo è stato invece assegnato a 13 città (Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Trieste, Verona e Viterbo). I bollini gialli, invece, indicano uno stato di pre-allerta per le ondate di calore, mentre quelli verdi stanno a significare un’assenza di rischio caldo.
La nuova ondata di calore, la quarta della stagione, è causata dall’anticiclone africano, il cosiddetto Lucifero, associato ad una massa d’aria estremamente calda, che si sta espandendo di nuovo sopra il Mediterraneo centrale. All’inizio della settimana saranno il Centro ma soprattutto il Sud e le Isole a dover sopportare i valori più estremi con massime intorno ai 40 gradi al Sud e localmente anche superiori nelle Isole dove si potranno superare i 45°C.
E con il caldo arrivano gli incendi. Dall’Amazzonia alla Siberia, dalla Grecia alla California, il mondo brucia con ettari su ettari di foreste e vegetazione devastati, eventi che sconvolgono intere regioni e spingono alla fuga migliaia di persone. Roghi che sono tra i gravi sintomi di quella malattia della Terra che è il cambiamento climatico, per il quale l’Onu ha lanciato un forte allarme rosso denunciando la distruzione causata dall’uomo all’ambiente e le sue conseguenze irreversibili.
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In Grecia la situazione si fa sempre più critica: almeno 35mila ettari e centinaia di case sono bruciate, in uno scenario apocalittico che resta l’incendio più preoccupante tra i molti accesi nei giorni scorsi nel Paese. Di fronte all’emergenza dei roghi nel Mediterraneo, l’Unione europea ha fatto partire un meccanismo di solidarietà, mobilitando 14 aerei antincendio, 3 elicotteri, circa 1.300 soccorritori e 250 veicoli per aiutare a combattere gli incendi in Grecia e nel resto della regione.
In California continua la devastazione provocata dalle fiamme del gigantesco Dixie Fire, diventato il secondo incendio più grande nella storia dello Stato. Le autorità prevedono che potrebbe durare almeno altri dieci giorni. Quattro persone risultano disperse e migliaia di persone sono state evacuate. Circa il 39% dei residenti della contea di Plumas – la stessa dove è stata rasa al suolo la località di Greenville – hanno ricevuto l’ordine di lasciare le loro case per l’incendio che ha ridotto in cenere oltre 187mila ettari da quando è scoppiato il 13 luglio. Intanto, secondo il National Interagency Fire Center statunitense, «l’attività degli incendi continua in 15 stati del Paese» e attualmente, 2.325.263 acri sono andati in fumo (941mila ettari).
I roghi stanno portando distruzione anche nella fredda Siberia, dove il fumo provocato dalle fiamme che stanno sferzando la Yakutia ha raggiunto il Polo Nord per la prima volta nella storia. La densa colonna grigia ha viaggiato per oltre 3mila chilometri, coprendo vaste zone della Siberia e provocando evacuazioni e preoccupazioni per il deterioramento della qualità dell’aria.
I danni alle case, alle infrastrutture e alla salute umana impongono elevati costi alla società e all’economia. I settori che dipendono fortemente da determinate temperature e livelli di precipitazioni come l’agricoltura, la silvicoltura, l’energia e il turismo, sono particolarmente colpiti. Ogni anno si ha una riduzione dell’8% del Pil, secondo l’ultimo report del think tank britannico Institute for Public Policy Research. Questo il drammatico conto della crisi ambientale e dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo se non troviamo subito una via di uscita.