Onde, correnti, maree: la forza del mare al servizio di un Pianeta sempre più bisognoso di energie rinnovabili. Dalla Scozia al Canada, prendono sempre più piede i progetti di energia ricavata dalle correnti marine e dalle maree, con avveniristiche super turbine in grado di produrre fino a 130 miliardi di Watt l’anno. Ed ecco allora che si susseguono gli annunci: «Con le nostre abbondanti risorse naturali, le nostre competenze e le nostre ambizioni, la Scozia è nella posizione ideale per sfruttare l’enorme mercato globale dell’energia marina, contribuendo nel contempo a realizzare un’economia a zero emissioni», ha dichiarato il segretario per l’Energia del parlamento scozzese.
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La Scozia ha messo a punto il più grande impianto di energia dalle maree: una turbina da 680 tonnellate, prodotta dall’azienda scozzese Orbital Marine Power, battezzata come “Orbital 02”, in grado di generare 2 Megawatt di potenza, ancorata in questi giorni nella Fall of Warness delle Orcadi, potrà essere in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica per 2.000 appartamenti nei prossimi 15 anni.
Si tratta di una piattaforma lunga 72 metri e pesante 680 tonnellate, salpata a maggio scorso dal porto di Dundee, dove è stata assemblata pezzo dopo pezzo in un anno e mezzo di lavoro. In fondo, il funzionamento della turbina è abbastanza semplice: la parte superiore galleggia a pelo d’acqua (ormeggiata mediante alcune catene che hanno la forza di sollevare più di cinquanta autobus a due piani) con alcuni rotori collegati ad una sorta di gambe dalle quali si estrae energia ad ogni flusso di marea che passa. L’energia arriva da un cavo dinamico collegato alla turbina, che a sua volta la trasmette ad un altro cavo, statico, alla rete elettrica sulla terraferma.
Ma al di là dei dati tecnici e del funzionamento delle turbine, c’è molto di più. Le risorse marine potrebbero generare a livello energetico fino a 130 mila miliardi di watt di elettricità all’anno. Purtroppo, però, per ottenere tutto questo occorre che Madre Natura ci metta del suo. E se, per esempio, i flussi di marea tra l’Atlantico e il Mare del Nord fossero sfruttati adeguatamente, l’energia raccolta potrebbe alimentare quasi la metà dell’intera domanda di elettricità della Scozia, la stessa cosa non si può dire per altri territori, sprovvisti di una naturale predisposizione alle maree. Ed è per questo che la maggior parte delle tecnologie sono sviluppate fuori dal Mediterraneo.
Anche il Canada ha annunciato un progetto analogo, la piattaforma galleggiante PLAT-I_6.40. Una piattaforma capace di generare energia elettrica alimentata dalle maree e firmata dalla Sustainable Marine, azienda con sede a Edimburgo. Ma c’è anche il prezioso contributo italiano del Consiglio Nazionale delle Ricerche alla realizzazione delle turbine.
Anche in Italia esistono delle condizioni naturali per la produzione di energia: per esempio nei mari a nord della Sardegna o nel Canale di Sicilia. A proposito di Sicilia, ha suscitato molto scalpore il progetto del maxi-eolico galleggiante costituito dall’installazione di centinaia di turbine a 60 chilometri dalla costa e ad una profondità di 700-800 metri, capaci di generare 2,9 gigawatt di potenza e di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, e i cui lavori dovrebbero iniziare non prima del 2025.