Una brutta sorpresa attende i cittadini europei: nell’ultimo trimestre dell’anno ci sarà il rischio di un significativo aumento delle bollette dell’energia elettrica. Con una lenta ripresa dall’economia post-pandemia, i prezzi dell’energia sono di fatto aumentati in tutto il mondo, causando un aumento dei prezzi delle materie prime. Per i consumatori dell’Ue a luglio i costi hanno registrato un incremento all’incirca del 2,2%, il tasso più alto da ottobre 2018.
Il primo a lanciare l’allarme è stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. «Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenterà del 40%», ha detto il ministro intervenuto il 13 settembre a Genova durante il convegno “Verso una transizione sociale” organizzato dalla Cgil.
Diversi sono i fattori che comportano l’aumento delle bollette di luce e gas in Italia e nel resto d’Europa, ma due sono i fattori più rilevanti: l’aumento dei costi delle materie prime causati dalla pandemia e la scarsità del gas naturale. Il principale fornitore dell’Italia è la Russia (nel 2018 sono stati 32 miliardi i metri cubi importati, mentre la produzione interna non ha raggiunto i 3,5 miliardi). La Russia, però sta fornendo meno gas all’Europa, mentre l’Asia si sta accaparrando i carichi di gas naturale, rendendo più difficile riempire i siti di stoccaggio, svuotati dopo un inverno rigido. E così, i prezzi di riferimento del gas in Europa toccano cifre record.
Oltre l’aumento dei prezzi delle materie prime e la scarsità del gas naturale, a incidere sul prezzo dell’energia nella Ue dei 27 concorrono anche altri fattori: le diverse condizioni di domanda e offerta interne ai singoli paesi, la situazione geopolitica, il mix energetico nazionale, la diversificazione delle importazioni, i costi di rete, i costi di protezione ambientale, i livelli di accise e tassazione. Proprio su quest’ultimo aspetto l’Europa ha già richiamato l’Italia perché tolga gli oneri accessori dalle bollette e il governo Draghi nell’ambito del Pnrr ha dato la sua parola.
Ma la situazione non va meglio negli altri paesi europei Secondo dati rielaborati questa primavera da Eurostat i prezzi dell’elettricità erano infatti più alti in Germania (0,3006 euro per kWh), Danimarca (0,2819 euro per kWh) e Belgio (0,2702 euro per kWh). L’Italia era al settimo posto (poco sopra agli 0,22 euro), dopo Irlanda, Spagna e Austria, mentre i più bassi sono stati registrati in Bulgaria (0,0982 euro per kWh), Ungheria (0,1009 euro per kWh) ed Estonia (0,1291 euro per kWh).
Ma adesso le cose sono cambiate. Il prezzo medio giornaliero dell’elettricità nel mercato all’ingrosso vede al primo posto la Spagna (col Portogallo), che ha stabilito un nuovo record lunedì a 154,16 euro per megawattora, il prezzo più alto nella storia e il 6,9% in più solo dal giorno prima. Il prezzo medio giornaliero in Italia 152,58 euro. Subito sotto, la Svizzera con 150,06 euro. Le ripercussioni di questi prezzi di mercato sulle bollette di famiglie e aziende spagnole rappresentano una delle principali emergenze per le quali l’opinione pubblica chiede risposte al governo di centrosinistra guidato dal premier Pedro Sanchez. I prezzi elevatissimi registrati in Spagna nelle ultime settimane si devono, in particolare, all’aumento del costo del gas all’ingrosso e delle tariffe dei diritti d’emissione. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato una riduzione dell’imposta sull’elettricità dal 5,1% allo 0,5% per alleggerire la bolletta elettrica.
In Italia l’Unione Nazionale Consumatori per le famiglie prevede una stangata di 247 euro su base annua. «Lo scorso trimestre siamo riusciti a tamponare un aumento di qualche miliardo – ha dichiarato Cingolani – però non possiamo andare a tamponare ogni trimestre, bisogna fare qualcosa di strutturale. Stiamo elaborando una serie di interventi strutturali, qualcosa che deve rimanere, anche a livello fiscale». Le ipotesi più accreditate sono quelle che indicano uno spostamento degli oneri generali di sistema, che valgono quasi 15 miliardi all’anno, sulla fiscalità generale.