«Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%». La notizia era in qualche modo attesa tra gli addetti ai lavori, ora arriva la conferma. Ed è il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani ad avvisare i consumatori, oltre al mondo delle imprese: «Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle».
La colpa dell’esplosione delle bollette è il boom dei prezzi delle materie prime, in particolare quello del gas naturale. «Succede – ha spiegato Cingolani- perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, succede perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta. Nessuno mette in discussione che la transizione ecologica vada fatta il prima possibile, senza indugi e con sacrifici enormi. Ci credo eccome alla transizione ecologica, ma non può essere fatta a spese delle categorie vulnerabili. Se l’energia aumenta troppo di costo, le nostre imprese perdono di competitività e i cittadini, soprattutto quelli di reddito più basso, faticano ulteriormente per pagare beni primari come energia e gas. Queste cose vanno considerate importanti come la transizione ecologica».
Il rincaro del gas ha una ragione semplice: le aziende dopo lo stop dovuto alla pandemia tornano a lavorare a pieno regime e la domanda di energia si impenna. Dunque, il costo del gas, fonte principale dell’elettricità, aumenta. Poi c’è l’altro elemento, l’aumento del prezzo della CO2. E questo ha a che fare con la necessità di decarbonizzare l’economia, per combattere la crisi climatica. Le aziende che producono anidride carbonica (il principale gas serra), fra le quali quelle energetiche, nella Ue devono pagare per questo, comprando quote di emissioni nel sistema europeo Ets. Il prezzo di queste quote viene aumentato gradualmente, per spingere le aziende a decarbonizzare. Ma questo porta anche a un aumento dei costi di produzione, e quindi delle tariffe in bolletta.
Con il decreto «Lavoro e imprese» approvato il primo luglio il governo ha destinato 1,2 miliardi di euro alla riduzione degli oneri generali di sistema per il terzo trimestre in modo tale da scongiurare un maxi aumento. In Italia, i prezzi del metano e della corrente sul mercato tutelato sono fissati all’inizio di ogni trimestre da Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Nel terzo trimestre del 2021, che è iniziato il primo luglio, il costo dell’elettricità era aumentato del 9,9%, e quello del gas del 15,3%. Ma la bolletta elettrica sarebbe salita addirittura del 20%, se il governo non fosse intervenuto per calmierarla. In pratica, aveva usato 1,2 miliardi ricavati dalla vendita di quote di emissioni nel sistema Ets per abbassare la stangata per i cittadini. Ora, per il quarto trimestre, che comincia il primo ottobre, l’Arera deve di nuovo aggiornare le tariffe. Solo che il prezzo del gas e le tariffe del carbonio sono salite ancora negli ultimi tre mesi.
Le bollette, dunque, sono destinate ad aumentare. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori per le famiglie si avrebbe una stangata di 247 euro su base annua. «Lo scorso trimestre siamo riusciti a tamponare un aumento di qualche miliardo – ha dichiarato lo stesso Cingolani qualche giorno fa su Sky TG24 – però non possiamo andare a tamponare ogni trimestre, bisogna fare qualcosa di strutturale. Stiamo elaborando una serie di interventi strutturali, qualcosa che deve rimanere, anche a livello fiscale». Le ipotesi più accreditate sono quelle che indicano uno spostamento degli oneri generali di sistema, che valgono quasi 15 miliardi all’anno, sulla fiscalità generale.