Arrivano i Dpcm che integrano il decreto sull’obbligatorietà del Green pass. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato due testi che definiscono le regole con le quali milioni di italiani – dipendenti pubblici, privati e autonomi – conviveranno da venerdì 15 ottobre. Il primo interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazione. Il secondo contiene le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione del Green pass da parte del personale delle pubbliche amministrazioni.
Il testo ribadisce che in base al decreto del 21 settembre i controlli spettano al datore di lavoro, definito come «dirigente apicale di ciascuna amministrazione», ad esempio un segretario generale di un ministero o un segretario comunale. Questo può a sua volta delegare la funzione di controllo a un altro lavoratore, meglio se con qualifica dirigenziale. Viene inoltre ricordato che «il possesso della certificazione verde e la sua esibizione sono condizioni che devono essere soddisfatte al momento dell’accesso al luogo di lavoro». E quindi: «È pertanto un preciso dovere di ciascun dipendente ottemperare a tale obbligo a prescindere dalle modalità di controllo adottate dalla propria amministrazione».
Per i controlli è stato messo a punto un software dal ministero della Salute, ministero dell’Innovazione, ministero dell’Economia con il supporto tecnico di Sogei che attraverso la tessera sanitaria permette di leggere i dati contenuti nel certificato messi a disposizione dal ministero della Salute per una verifica quotidiana e automatizzata del Green pass. Ci sarà quindi un’applicazione ad hoc per i controlli. Il certificato verde potrà essere richiesto al lavoratore in anticipo per esigenze di organizzazione e pianificazione dei turni ma non oltre le 48 ore prima «ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro». Tra le indicazioni c’è il divieto di conservare il Qr code contenuto nel Green pass e rilevato dalle piattaforme digitali o dalle app durante la verifica quotidiana. Vietato espressamente anche l’uso per altri fini.
In mancanza di sistemi automatici, per evitare assembramenti e code ai punti di ingresso nelle varie sedi, sarà possibile effettuare controlli a campione attraverso l’applicazione “VerificaC19”. Resta comunque valida la possibilità di effettuare i controlli anche dopo l’accesso al luogo di lavoro, a tappeto o a campione. In assenza di controlli all’entrata, i dirigenti responsabili devono procedere con verifiche a cadenza giornaliera, con una misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio. Il Dpcm dice che questi controlli devono essere effettuati assicurando un criterio di rotazione su tutto il personale dipendente, e prioritariamente durante la mattina. Dove invece il controllo avviene all’ingresso del posto di lavoro, il datore di lavoro può effettuare ulteriori controlli a campione anche con cadenza non giornaliera.
Gli unici lavoratori che non sono obbligati a possedere il Green pass sono quelli che hanno un’idonea certificazione medica che li esenti dalla vaccinazione contro il coronavirus. Per chi è vaccinato (o con tampone negativo) ma ancora senza green pass e Qr code, restano validi i documenti rilasciati in formato cartaceo o digitale dalle strutture sanitarie pubbliche o private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di famiglia o dai pediatri. Il Green pass coprirà anche gli italiani vaccinati all’estero che potranno richiederlo attraverso un modulo online anche per i propri familiari.